Walter Ricciardi e Silvio Brusaferro coincidono sul fatto che la pandemia sta cambiando profondamente le società e che un ritorno alla normalità, semmai sarà possibile, potrebbe non arrivare da qui ad alcuni anni.
La più importante differenza fra la scienza e la politica è che mentre la prima compie una incessante ricerca della verità, la seconda ha a che fare con una complicata e fitta rete di interessi ed equilibri che, in nome di un talvolta generico richiamo alla cosa pubblica, della verità ne può fare tranquillamente a meno. Una differenza non di secondo ordine e che, nei momenti in cui la agenda politica è permeata, per non dire asfissiata, da problemi di ordine scientifico, emerge cristallina alla luce del sole. E quanto un uso politico, distorto e strumentale della scienza possa fare danni irreparabili a una nazione lo si è visto nella gestione della pandemia in Paesi come gli Stati Uniti e il Brasile. I due giganti del continente americano, governati da negazionisti del Covid-19 come Donald Trump e Jair Messias Bolsonaro, sono in testa alla classifica mondiale dei morti per coronavirus, e insieme sommano circa 20 milioni di contagiati e circa 450 mila morti, numeri del 30 novembre.
Ma senza dover citare l’estremo dell’anti scienza a cui sono arrivati i due leader negazionisti, il fatto è che il protagonismo della scienza a cui si assiste negli ultimi tempi pone alla politica un altro problema, di ordine pratico, e intimamente relazionato alla capacità dei leader politici di tenere il popolo sotto controllo, ed evitare commozioni sociali che possano sfuggire al controllo e prendere delle derive pericolose. Ed è la capacità di comunicare – o non comunicare – alle persone, in modo relativamente credibile, il “come stanno le cose” veramente, che può fare la differenza. Per questo Walter Ricciardi, professore Ordinario di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Consigliere del Ministro della Salute, durante il suo intervento all’evento digitale di Novartis “Ripartire dalla salute per costruire insieme la società sostenibile di domani”, ha affermato che i politici fanno “fatica a dire” alcune cose, perché sono sempre in cerca di consenso, e devono rassicurare i cittadini.
E quello a cui che Ricciardi si riferisce è alle ferite profonde create dalla pandemia, da cui la società è lungi dal guarire. “Quello che stiamo vivendo a causa della pandemia è un cambiamento epocale che la mente umana fa fatica a comprendere per cui tutti vogliono tornare alla normalità, afferma lo scienziato, e sappiamo che questo non sarà possibile per molti mesi e probabilmente per molti anni”. Quando si parla di orizzonte temporale di anni, soprattutto in un Paese come l’Italia abituato a concepire e a pianificare la gestione pubblica più o meno alla giornata, la politica, per Ricciardi, semplicemente non può comunicarlo. “Noi scienziati ce lo possiamo permettere i politici no. Vogliono consenso e rassicurare i cittadini”, conclude il professore della Cattolica, alle cui parole fanno eco quelle dell’Istituto Superiore della Silvio Brusaferro. In occasione del Forum ANSA ‘La diplomazia scientifica a Expo 2020 Dubai tra salute, sicurezza e innovazione’, Brusaferro ha sottolineato come la pandemia abbia generato “uno stress che non è stato puntiforme, come un terremoto o un’alluvione, ma uno stress che si prolunga per oltre un anno e ci accompagnerà per un anno e mezzo circa, e stiamo mettendo in atto strategie di adattamento che lasceranno il segno in futuro, alcune probabilmente in maniera permanente”.
In altre parole, quella che viviamo oggi, per gli scienziati, non è solo una lotta disperata contro la pandemia e le sue conseguenze – sanitarie, economiche, logistiche – sulla vita delle persone, ma è la costruzione silenziosa e, per lo più, inconsapevole, delle società di domani.