Natale, niente vacanze: il Governo vuole chiudere anche gli alberghi

A pochi giorni dal varo del nuovo Dpcm resta aperta la discussione sulle vacanze sulla neve. Il Governo frena e punta alla chiusura di alberghi e impianti di risalita, ma le Regioni non ci stanno. Stop anche agli spostamenti tra Regioni.

Vacanze sulla neve: il Governo vuole chiudere gli alberghi
Giuseppe Conte e Roberto Speranza/Facebook Palazzo Chigi

Il Governo non cede, almeno per ora, e tira dritto verso l’obiettivo di blindare l’Italia in vista delle imminenti vacanze natalizie. Troppo forte il timore che durante le festività invernali si ripetano gli errori e gli assembramenti che hanno caratterizzato l’estate, troppo alta la posta in palio. L’idea per evitare che il traffico di vacanzieri sia troppo nutrito è di chiudere tutti gli hotel ed i resort di montagna, oltre ad imporre la quarantena a chi decida di passare le proprie vacanze all’estero. La date ancora devono essere stabilite, ma l’orientamento dell’Esecutivo è chiaro e verosimilmente le restrizioni potrebbero scattare dagli ultimi dieci giorni di dicembre per durare fino al 10 gennaio.

Previsto per oggi un incontro tra i rappresentanti dell’Esecutivo – il Ministro della Salute Roberto Speranza e quello per i rapporti con le Regioni Francesco Boccia – ed i Governatori, con i quali si dovranno discutere diversi aspetti del prossimo Dpcm, la cui entrata in vigore è fissata per il prossimo 4 dicembre, ma il testo deve essere chiuso in fretta: prima di quella data, infatti, lo stesso Speranza vuole presentarsi alle Camere per illustrare il contenuto del decreto.

La proposta delle Regioni

A fronte delle chiusure, ormai più che probabili, il Governo ha assunto di fronte ai Presidente di Regione l’impegno a garantire ristori agli albergatori colpiti dalle misure. Una mano tesa che potrebbe non bastare ad evitare l’ennesima, durissima polemica con gli amministratori locali. Nella giornata di ieri, infatti, i Governatori di Veneto, Piemonte, Val d’Aosta, Lombardia Friuli-Venezia Giulia e Province autonome di Bolzano e Trento hanno inviato all’Esecutivo una proposta di mediazione congiunta, nella quale si chiedeva di prendere in considerazione la possibilità di riaprire gli impianti di sciistici solo per proprietari di seconde case ed ospiti degli alberghi, così da escludere “pendolari“. Il Governo però non ci sente e la proposta è già stata respinta.

Quarantena obbligatoria per chi torna dall’estero

Si lavora, a partire dalla stessa data, all’introduzione di una quarantena obbligatoria di dieci giorni per chi dovesse fare rientro dall’estero. Una misura presa anche alla luce delle difficoltà che si registrano sul fronte del tentativo del Premier Giuseppe Conte di concordare la chiusura degli impianti sciistici a livello europeo: se la Francia sembra assumere posizioni simili a quelle italiane, ben diverso è il discorso per Austria e Svizzera, intenzionate a salvaguardare la stagione turistica e, anzi, già in più occasioni ammiccanti verso le migliaia di turisti italiani che potrebbero rimanere a bocca asciutta. E’ evidente che un esodo oltreconfine vanificherebbe la scelta di vietare la riapertura degli impianti: da qui l’idea di imporre la quarantena.

Feste e cenoni

Infine, l’altro tasto dolente: i cenoni e le feste tra Natale e Capodanno. La decisione finale è stata ancora rimandata ed è probabile, a questo punto, che l’Esecutivo intenda aspettare un confronto con il Parlamento prima di tracciare una strategia definitiva. Rimane certa la contrarietà del mondo scientifico, che ritiene questi incontri particolarmente pericolosi dal punto di vista del contagio. Dal canto suo, il Premier non vorrebbe inserire un vero e proprio divieto – anche perché effettuare controlli all’interno delle abitazioni sarebbe sostanzialmente impossibile. Ma sulla necessità di scongiurare feste e cenoni, l’Esecutivo è ormai compatto. L’orientamento è di insistere, in maniera più marcata, sulla raccomandazione di evitare di ricevere visite da persone non conviventi, mentre sul numero massimo di commensali si registrano le resistenze di una parte del Consiglio dei Ministri.

Spostamenti tra Regioni

Certo, invece, lo stop agli spostamenti tra regioni, indipendentemente dal colore. Le uniche eccezioni saranno ammesse per coloro che faranno ritorno nella casa dove sono residenti o hanno domicilio. Conte continua a lavorare per l’inserimento di altre deroghe – per anziani soli, coniugi o partner conviventi – ma il fronte rigorista sembra più che mai compatto e conta, adesso, anche sul supporto del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, secondo cui la priorità è “varare norme chiare, che non si prestino ad equivoci o interpretazioni personali“.

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