Commissario per la Sanità in Calabria, dieci nomi bruciati in pochi giorni. Conte trova l’undicesimo

Sfuma anche il nome di Agostino Miozzo come possibile commissario alla Sanità in Calabria. Eppure il Premier Giuseppe Conte aveva assicurato che avrebbe risolto in fretta la questione.

Calabria_miozzo 27.11.2020 Leggilo.org
Giuseppe Conte Facebook

Come recitava il proverbio? Ah sì: “Non c’è il due senza il tre e il quattro vien da sé”. Ma qui il numero quattro è stato superato da un pezzo. Meglio metterla giù con una battuta per sdrammatizzare perché la situazione della Sanità in Calabria sta assumendo sfumature grottesche non si sapiù se ridere o piangere. In un solo mese sono saltati – in ordine cronologico- Saverio Cotticelli, Giuseppe Zuccatelli, Eugenio Gaudio. I primi due si sono dimessi su richiesta del Governo mentre il terzo ha rinunciato all’incarico dopo solo 24 ore per ragioni personali: la moglie non voleva trasferirsi a Catanzaro. Poi quando ormai era dato per certo il nome di Narciso Mostarda – direttore della Asl di Roma 6 i Cinque Stelle – nell’ultimo Consiglio dei Ministri – hanno fatto saltare tutto in quanto il prescelto era troppo vicino al Partito Democratico. D’altro canto i Dem si sono opposti al loro candidato, Luigi Varratta, ex prefetto di Reggio Calabria. Insomma altri due nomi sfumati in una sola notte. Mentre era già sfumato – per suo esplicito rifiuto – un nome che sembrava mettere d’accordo tutti: Federico Maurizio D’Andrea, manager calabrese ma trapiantato a Milano con all’attivo due lauree e l’incarico di ex investigatore della Guardia di Finanza ai tempi di Mani Pulite. ma l’idea di trasferirsi in Calabria per due anni – forse tre – lo ha fatto rinunciare. Come non ci ha pensato troppo a declinare l’invito l’ex prefetto Francesco Paolo Tronca, che pure è amico personale del viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri.

L’ultima speranza sembrava, a questo punto, Agostino Miozzo attuale coordinatore del Comitato tecnico scientifico ed ex braccio destro di Guido Bertolaso alla guida della Protezione Civile contattato di notte dal Premier Giuseppe Conte stesso. E sembravamo arrivati alla fine della telenovelas: Miozzo aveva, ironicamente, commentato che sua moglie non avrebbe avuto nulla in contrario a trasferirsi in Calabria, riferendosi alla situazione di gaudio. Ma ecco che anche il suo nome non ha retto più di 48 ore. A quanto pare avrebbe fatto richieste che Palazzo Chigi ha valutato come inaccettabili. In primo luogo il coordinatore del Cts avrebbe richiesto una sorta di “superpoteri” per poter agire anche in deroga. In più avrebbe chiesto di disporre di una squadra di 25 persone. Infine – clausola che più di tutte a fatto dire no al Premier Conte – la richiesta di Miozzo di rientrare in servizio nella Protezione Civile. In serata è attivata la svolta. Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri, di concerto con il Ministro della salute Roberto Speranza ha nominato il prefetto Guido Nicolò Longo a commissario ad acta per l’attuazione del vigente Piano di rientro dai disavanzi del servizio sanitario della Regione Calabria.

Una nomina che preclude la strada a Gino Strada, fondatore di Emergency. Dopo che anche Miozzo è uscito di scena, le Sardine sono tornate ad appellarsi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per una soluzione all’altezza: “Protegga questa terra. In queste ore riconosciamo Sergio Mattarella come unica e sola credibile autorità che può strappare la Calabria da questo indegno gioco al ribasso”

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