“Il Natale non è fondamentale” dicono i medici ed il premier Conte si adegua

Filtrano ulteriori indiscrezioni sul Dpcm per le feste natalizie: le regioni rimarranno chiuse e si potrà sedere in sei al massimo allo stesso tavolo.

conte 26 novembre 2020
Getty Images/Aris Oikonomou

Se nei giorni scorsi si è parlato di riaperture e misure meno restrittive per il Dpcm in vista delle feste natalizie, le ultime notizie che arrivano dal Governo sembrano spingere per un dietro front su questo punto: infatti, la lieve discesa della curva dei nuovi contagi che è recentemente calata dell’11% non basta, a fronte di oltre 800 decessi nelle ultime 24 ore in tutto il paese. Per questo motivo, il Governo del premier Giuseppe Conte ha come obiettivo primario la prevenzione di una terza ondata di contagi: “Il Natale non è fondamentale, evitare di finire in ospedale si”, aveva dichiarato il Fondatore dell’Istituto Mario Negri Silvio Garattini. E il Governo sembra ragionare in linea con questo messaggio, appoggiando anche il parere di tutti gli esperti e i membri del Cos che considerano le riaperture per le feste natalizie un errore paragonabile a quelle di questa estate. Il premier Giuseppe Conte ne ha parlato in un’intervista al Tg5. Fare altri sacrifici? “È necessario, non possiamo abbassare la guardia, gli italiani sono consapevoli che sarà un Natale diverso o ci esponiamo a una terza ondata a gennaio, con il rischio di un alto numero di decessi

Anche se l’ufficialità dei provvedimenti per il Dpcm che regolerà le feste natalizie arriverà solo il 3 dicembre, la riunione per fissare i punti del prossimo decreto legge è oggi: l’ipotesi principale è che in occasione di Natale e Capodanno ci si potrà riunire al massimo in sei persone, tutte appartenenti allo stesso nucleo familiare e con legami di parentela di primo grado: “L’alternativa sarebbe un’orrenda cena in mascherina con massimo sei persone non conviventi”, ha dichiarato il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Agostino Miozzi, invitando gli italiani a trascorrere le feste in modo responsabile. A rendere molto difficili i controlli in questo senso c’è il fatto che l’unico strumento che il Governo può usare è il coprifuoco che rimarrà fissato alle 22 di sera – con un’estensione per chi ritorna dal cenone – anche i giorni di Natale e Capodanno. Rimane critica la condizione dei ristoranti che speravano di poter seguire un orario più simile a quello del periodo pre covid ma dovranno continuare ad accontentarsi di accogliere i clienti fino alle 18, con tutta probabilità, mentre i centri commerciali dovrebbero aprire fino alle 22 per non causare affollamenti in vista delle compere natalizie.

La misura che sembra più certa è la chiusura completa – salvo ragioni di necessità estrema – degli spostamenti interregionali, a prescindere dal colore della Zona interessata. Per chi tornerà dall’estero per passare le vacanze in Italia è previsto un periodo di quarantena della durata di due settimane onde evitare rischi di contagio. Inoltre, all’elenco dei paesi a rischio, verranno aggiunte le nazioni che non rispetteranno la decisione di chiudere le piste sciistiche durante le vacanze natalizie: i primi paesi a finire sulla “lista nera” sono Austria e Svizzera. Per gestire la situazione, si sta impegnando il Ministro degli affari regionali Francesco Boccia. Si prospettano delle festività molto tristi e riservate ma del resto, la pandemia ha già colpito così tanto la vita di tutti i giorni delle persone in tutto il mondo che non ci si può sorprendere di una situazione così desolante.

Gestione cookie