Vacanze invernali, Conte vuole la chiusura per tutta Europa, ma Austria e Svizzera già hanno detto no

Il problema degli spostamenti per le vacanze invernali è uno dei più delicati in questo periodo. Il Governo punta sul coordinamento europeo per trovare regole comuni con il fine di evitare la terza ondata e non consentire la concorrenza tra Paesi.

25 nov leggilo.org vacanze invernali conte
Giuseppe Conte, Fonte: Presidenza del Consiglio.

Che la presentazione del nuovo Dpcm prevista per il prossimo 2 dicembre resti a carico del ministro della Salute Roberto Speranza è un indicatore non indifferente delle difficoltà che il Governo sta affrontando, su più fronti, nella guerra delle misure di contenimento del contagio da Covid-19. Primo su tutti a togliere il sonno del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in questi giorni è il problema degli spostamenti. Con l’arrivo delle feste, il Governo studia un modo di contenere il flusso degli italiani intenti a spostarsi per trascorrere il Natale in famiglia. Ma non solo. Insieme a quanti non hanno intenzione di rinunciare al veglione in famiglia, come fosse l’Ultima Cena, l’Esecutivo si ritrova sul groppone il problema degli amanti dello sci, al quale non sono intenzionati a rinunciare neanche quest’anno. Con il rischio di affollamento degli impianti sciistici, e la possibilità, realistica, che si ripetano scene viste a poche settimane fa con le funivie stipate di sciatori mascherati.

Anche se il premier ha annunciato che gli impianti restano chiusi per Natale, per evitare che le feste in arrivo diventino un “nuovo ferragosto”, il tema degli spostamenti è delicatissimo. Le decisioni in questo campo esulano dalle competenze in ambito nazionale. Il nuovo Dpcm può vietare gli italiani di andare in Cortina d’Ampezzo, ma non di spostarsi in Austria. Il che significherebbe “oltre il danno la beffa”: la terza ondata che comunque rischierebbe di arrivare pesante a gennaio-febbraio, e in più gli imprenditori – e le Regioni – settentrionali furiosi per il mancato incasso derivanti dalle ferie invernali. “Se chiudi Cortina e lasci aperta Chamonix fai una scorrettezza e ti becchi la terza ondata”, spiegano a Palazzo Chigi.

L’Esecutivo punta tutto sul coordinamento con gli altri Paesi europei per armonizzare le scelte e le date. Ma gli sforzi diplomatici in questo senso incontrano degli ostacoli non indifferenti. In una telefonata con la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, Conte ha parlato anche delle regole del Natale, e della necessità di tutelare la salute prima di tutto, nonché di cercare al contempo di ridurre i danni economici che saranno causati dalle restrizioni. La posizione concorde di entrambi è quella sulla necessità di “armonizzare il più possibile le decisioni”. Ferma restando la limitazione della Commissione, che non può fare più di tanto per un problema di competenza e sovranità, von der Leyen proverà a dare una mano a trovare una piattaforma comune.

Finora la posizione dei Paesi europei sulle regole del Natale e sulle vacanze invernali non è unanime, ma i governi lavorano per arrivare ad un’intesa entro il 2 dicembre. Mentre la “frugale” Austria di Sebastian Kurz non sembra intenzionata a chiudere gli impianti sciistici o a stabilire delle regole coordinate, la Francia, per ora, non aprirà. Lo stop di Emmanuel Macron alle vacanze sulla neve è arrivato proprio ieri a Palazzo Chigi, che ha accolto la notizia con un sospiro di sollievo. In Germania, la riapertura delle piste prevista per il 13 novembre è stata rinviata a dicembre. Ma anche se Germania e Francia fossero d’accordo sulla chiusura, c’è il rischio degli spostamenti nei Paesi limitrofi, come la Svizzera – dove al momento è già possibile sciare, – l’Austria, o Slovenia, dove l’attività potrebbe ricominciare già dai primi di dicembre.

Difronte a tutte le incertezze in ambito Europeo, e in vista del probabile passaggio di molte Regioni italiane a zone ‘gialle’, la più permissiva, al Governo non resterà che approvare un giro di vite sul territorio nazionale, prevedendo anche il divieto agli spostamenti tra regioni. Ed è questa strategia voluta dal ministro Roberto Speranza che potrebbe essere contenuta nel Decreto che lo stesso ministro presenterà la prossima settimana.

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