Il Commissario straordinario Domenico Arcuri ha speso quasi 3,5 miliardi di euro per la gestione dell’emergenza Covid.
I dati del Ministero della Salute in merito alla situazione di oggi ci informano che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – salgono di 23.232 unità che portano il totale a 1.455.022. Nelle ultime ventiquattro ore 853 morti che fanno salire il numero complessivo delle vittime a 51.306. Da ieri sono stati eseguiti 188.659 tamponi.
I casi attualmente positivi sono 798.386, + 1537 rispetto a ieri. I dimessi e i guariti salgono a 605.330 registrando un incremento di 20.837 unità. I ricoverati scendono a 34.577, – 120 mentre nelle terapie intensive 3816 assistiti, + 6 rispetto a ieri.
Di fronte alla seconda ondata di Covid che ha colto l’Italia impreparata quasi come a febbraio, in tanti ci siamo chiesti se sarebbe stato possibile fare di più. A dover rendere conto di questa situazione, non solo il Governo ma anche il Commissario straordinario oer l’emergenza Covid, il numero uno di Invitalia: Domenico Arcuri. Il Commissario, la scorsa settimana, aveva puntualizzato che chi sostenava che il Governo fosse arrivato impreparato alla seconda ondata non aveva “occhi limpidi né mente libera da pregiudizi” e ribadiva che le terapie intensive non erano sotto pressione. Salvo poi venir smentito nel giro di ventiquattro ore da rianimatori e anestesisti.
Ma quanto ha speso il Commissario Arcuri per la gestione dell’emergenza? Stando ai dati resi pubblici – su richiesta della fondazione Openpolis – al 9 novembre risultano firmati 256 contratti, per un totale di quasi 3,5 miliardi. La spesa maggiore riguarda le mascherine chirurgiche, Ffp2 ed Ffp3 che nel complesso – sommando i contratti sottoscritti direttamente dal Commissario Arcuri attraverso negoziazioni dirette, quelli sottoscritti da Protezione Civile e Consip prima della nomina di Arcuri e quelli sottoscritti per la produzione propria di mascherine chirurgiche – sono costate più di 2,2 miliardi di euro. Nonostante l’ingente spesa, tuttavia, durante la prima ondata di Covid furono tanti i problemi inerenti proprio i dispositivi di protezione individuale arrivati in misura insufficiente o in ritardo in diverse strutture. La seconda voce di spesa riguarda, invece, le infrastrutture e gli arredi sanitari e scolastici. Seguono tamponi e servizi di analisi che sono costati circa 200 milioni di euro. Dunque la struttura commissariale ha speso di più per i banchi con le rotelle che per i tamponi da quanto risulta dai dati resi pubblici.
Ma Openpolis – che ha fortemente spinto affinché le voci di spesa venissero rese pubbliche e a disposizione di tutti i cittadini – ha lamentato la poca trasparenza che non consente di valutare in maniera puntuale la gestione dell’emergenza da parte di Arcuri. In primo luogo i dati sono stati pubblicati sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri con un ritardo di mesi: Arcuri già ad aprile aveva annunciato che sarebbero stati condivisi. Mancano poi informazioni specifiche sulla modalità di svolgimento delle gare.
Il Commissario, solo poche ore fa, ha comunicato di aver speso altri 94 milioni per l’acquisto delle prime dosi di vaccini che arriveranno in Italia a gennaio. Arcuri ha inoltre anticipato il piano a cui sta lavorando e che sarà pronto entro le prossime settimane. Ha anticipato che il suo progetto prevede un punto di somministrazione del vaccino ogni 20.000 abitanti.
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