Recovery Fund, siamo in ritardo. Conte: “Falso, noi lavoriamo fino alle 11 di sera”

L’Italia rischia di presentare in ritardo il piano per ottenere il Recovery Fund e perde la fiducia dell’Europa. L’Esecutivo invita Conte a rivedere le misure.

Merkel getty 19 novembre 2020
Getty Images/Maja Hitij

La dura crisi economica che sta travolgendo non solo il nostro paese ma tutta l’Europa rischia di aggravare gli squilibri tra i paesi membri dell’UE, soprattutto in alcuni casi: per questa ragione, i termini per la concessione all’Italia del Recovery Fund vengono valutati in queste ore con estrema cautela dagli organi preposti all’interno del Parlamento Europeo. Dopo la notizia che Polonia ed Ungheria hanno opposto un veto alla partenza degli aiuti destinati al nostro paese – veto che il cancelliere Angela Merkel sta tentando di far decadere per via diplomatica – ecco che anche l’Esecutivo Comunitario ha espresso la propria perplessità verso il piano – di cui è stata presentata una bozza – che il Governo retto dal premier Giuseppe Conte sta preparando per gestire i miliardi di Bruxelles: “Rischi di squilibrio sembrano essere in aumento negli Stati membri che già presentavano squilibri prima della pandemia influenzale”, è il messaggio dell’Esecutivo che ha recentemente effettuato un rapporto sulle politiche economiche degli stati membri dell’Unione. L’Italia, già afflitta da un debito pubblico pari al 134,7% del proprio Prodotto Interno Lordo, rischia di veder salire questa soglia al 159,6%, un’eventualità molto temuta da Bruxelles.

“Per il Belgio, la Francia, la Grecia, l’Italia, il Portogallo e la Spagna, dato il livello del loro debito pubblico e le elevate sfide di sostenibilità a medio termine prima dello scoppio della pandemia, è importante garantire che la sostenibilità a medio termine delle misure per il bilancio sia preservata”, è il messaggio dell’Esecutivo. A questa riflessione sull’erogazione del Recovery Fund a determinati paesi dell’Eurozona, si aggiunge una precisazione del vicepresidente dell’esecutivo comunitario Valdis Dombrovskis: “Non si tratta di un giudizio sulla bontà delle misure ma sulla loro sostenibilità”, le sue parole. L’Europa, insomma, è preoccupata che il piano presentato dal nostro paese sia efficace solo sul breve termine e che a lungo andare, non farà che accrescere lo squilibrio economico tra il nostro paese e gli altri membri dell’UE. E qui, arriva l’invito al Governo italiano a riesaminare le misure previste e ad effettuare cambiamenti: “A seconda delle circostanze”, afferma Dombrovskis.

Recovery Fund, Italia in forte ritardo

A preoccupare Bruxelles ancora più dei dettagli del piano per il Recovery Fund italiano c’è il ritardo nello svolgimento delle pratiche. Infatti, la maggior parte dei paesi che dovevano ancora consegnare il piano per gli aiuti – tra cui la Francia che è stata colpita duramente dagli effetti economici della pandemia – lo hanno fatto la settimana scorsa. Conte ha ancora tempo ma il timore che arrivi in ritardo è forte: a gennaio, scadrà definitivamente il termine limite per la presentazione di un piano sostenibile. Il premier rifiuta l’accusa di ritardi: “Lavoriamo settimanalmente con la Commissione – ha detto –stiamo lavorando per definire la struttura normativa che ci consentirà che il piano possa ricevere un’attuazione rapida, ieri siamo stati impegnati in riunioni fino alle 11 di sera proprio su questo“.

L’Italia è il primo beneficiario del Recovery Fund che complessivamente comprende 750 miliardi di euro: i dicasteri che dovrebbero collaborare per presentare un piano valido sono in conflitto tra loro in quella che sembra – a detta di alcuni cronisti – una vera e propria lotta per un maggiore potere economico. Il rischio più preoccupante che deriva da questa situazione di stasi è che i soldi non arrivino prima della fine del 2021, con conseguenze decisamente pesanti per l’economia: i primi tagli sono già in arrivo.

A peggiorare la situazione, ci sono diversi fattori politici: la vittoria di Biden alle presidenziali negli USA che rende il nostro paese meno importante sullo scacchiere europeo e la scarsa coesione della Maggioranza in Parlamento – specie dopo il no al MES. In particolare, si è creato uno strappo tra il Ministro degli Affari economici Roberto Gualtieri, il Partito Democratico e i Cinque Stelle: l’ultima decisione del politico di indire un vertice a cui sono stati invitati solo dieci deputati non è piaciuta ai partiti che esprimono la loro insofferenza verso la presunta creazione di una nuova corrente in Parlamento. La perdita di consensi da parte della Lega scongiura il rischio per l’Europa che nel nostro paese si venga a formare una forte corrente anti-europeista, un’eventualità che Conte ha probabilmente potuto utilizzare per prendere tempo e ottenere maggiore libertà d’azione finora. Ma adesso, il tempo stringe e il nostro paese è ancora lontano da un’intesa.

 

 

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