Secondo un sondaggio, solo il 35% degli italiani era a favore della moneta unica prima della pandemia. Il Covid ha cambiato radicalmente la situazione ma c’è un problema.
Tra i tanti effetti che il Covid sta avendo sul modo in cui gli italiani vedono il presente ed il futuro del Paese, risulta anche un maggiore apprezzamento dell‘euro, la moneta unica che non è stata ben vista da tutti ne alla sua adozione ne negli anni successivi. A rivelarlo è un sondaggio effettuato da Winpool su un campione piuttosto esteso di popolazione. I dati in possesso degli intervistatori prima che la pandemia di Covid si diffondesse nel nostro paese indicano che appena il 35% delle persone interpellate consideravano una buona idea la permanenza in Europa con la moneta unica.
Per essere precisi, la domanda posta dagli intervistatori è stata: “E’ importante che l’Italia continui a far parte dell’Unione Economica e Monetaria con l’Euro come moneta unica?”. Secondo l’ultima indagine, ora la percentuale di persone favorevoli alla moneta unica è salita al 63%: il 15% degli intervistati si è astenuto dal rispondere mentre solo il 7% ha rilasciato un secco “no” come risposta. Ad influire su questo cambio di rotta del pensiero comune degli italiani ha senz’altro contribuito la questione degli aiuti europei e, in particolar modo, quella del Recovery Fund: la crisi ha probabilmente convinto più persone che far parte di una unione tra gli stati europei potrebbe aiutarci a superare una crisi che si preannuncia devastante. Tuttavia, proprio adesso che tanti italiani sembrano aver cambiato la loro visione riguardo l’adesione all’Unione Europea e l’adozione della moneta unica, ecco che le loro speranze di ricevere aiuti economici potrebbero svanire.
Proprio in queste ore, arriva una tremenda notizia per il nostro paese: quella del veto opposto da Ungheria e Polonia nei confronti del provvedimento che rischia di gettare in una pericolosa impasse lo stanziamento di miliardi di euro per la crisi causata dal Covid. Il Ministro tedesco per gli Affari europei Michael Roth ha affermato: “Non è tempo di veti che potrebbero far pagare all’Europa un prezzo molto alto”, promettendo che collaborerà con il Cancelliere Angela Merkel per uscire dallo stallo. Bisogna vedere quanto si protrarranno però questi scambi diplomatici, dato che questo veto arriva dopo mesi di battibecchi tra i governi dei due stati e l’Unione Europea.
Senza l’unanimità di voto, del provvedimento per lo stanziamento dei miliardi non se ne potrà fare nulla. E per il nostro paese, questa controversia potrebbe rivelarsi l’ultimo chiodo nella bara di un bilancio economico annuale disastroso, colpito dalle chiusure per rallentare la pandemia nel paese. Il Governo Conte, già in ritardo per quanto riguarda la presentazione di un piano per gli aiuti dopo che la bozza è stata giudicata non sostenibile a medio termine dall’UE, teme di non riuscire ad avere i soldi di cui ha un disperato bisogno per assestare la situazione finanziaria ed aiutare le categorie di lavoratori in difficoltà. I miliardi che già rischiano di arrivare a fine 2021 – quindi, molto più tardi del previsto – potrebbero non arrivare affatto. Per rendere l’idea di quanto questo ritardo sia improvviso e inaspettato, basti pensare che Conte sperava di accedere ai fondi europei entro i primi mesi del 2021: le conseguenze sul Pil italiano, già in picchiata, potrebbero non essere sostenibili e costringere il nostro paese ad accedere al tanto discusso fondo salvastati del Mes.
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