Il Commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri interviene per fare il punto sulla situazione dei contagi. A differenza della maggior parte degli esperti, si mostra ottimista.
Uno degli aspetti legati al Covid che maggiormente preoccupa – e i politici e i medici – è la situazione delle terapie intensive. Infatti ad aumentare non sono soltanto i casi positivi ma anche i ricoveri sia ordinari sia in rianimazione. A fronte di una situazione allarmante sul fronte dei posti letto. Tra i 21 criteri stilati dal Governo per classificare una Regione come gialla piuttosto che arancione o rossa c’è anche la situazione delle terapie intensive. I medici sono sempre più preoccupati e sono sempre di più le vci che chiedono al premier Giuseppe Conte un secondo lockdown generalizzato. Misura che il Presidente del Consiglio vorrebbe evitare in quanto, specialmente sotto Natale, le perdite economiche per l’Italia sarebbero enormi: si parla addirittura di 110 miliardi.
Ma se il microbiologo di Padova Andrea Crisanti lancia appelli sempre più preoccupati, dall’altro lato c’è chi, invece, cerca di rasserenare gli italiani: non c’è alcuna pressione sulle terapie intensive. E a dirlo non è un “negazionista” del Covid. Tutt’altro. Ad affermare che la situazione stia andando verso un lento ma concreto miglioramento è Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Covid nel corso della conferenza “Finanza e sistema Paese un anno dopo”. Arcuri ha spiegato: ” A marzo c’erano 5 mila posti letto in terapia intensiva: al picco abbiamo avuto nel nostro Paese circa 7 mila pazienti in rianimazione, duemila di più della totale capienza dei reparti. Oggi abbiamo circa 10 mila posti di terapia intensiva e arriveremo a 11.300 nel prossimo mese. Attualmente ci sono circa 3.300 ricoverati in terapia intensiva per Covid. Quindi la pressione su questi reparti non c’è”. Il Commissario straordinario ha inoltre puntualizzato che negli ultimi 10 giorni sono state distribuite ben il 10% delle attrezzature per la terapia intesiva pari a quelle che sono state distribuite negli ultimi 60 anni. Dunque da un lato ci troviamo con politici e virologi che parlano di un Natale con il coprifuoco e di cenoni con solo parenti di primo grado a tavola già quaranta giorni prima, addirittura c’è chi sconsiglia di invitare i nonni per Natale per non metterli a rischio e definisce un “suicidio” un eventuale cenone. Ma dall’altro lato il Commissario incaricato di gestire l’emergenza asserisce che non vi è alcuna pressione sulle rianimazioni. Dunque perché mettere ulteriore ansia sulle spalle degli italiani parlando già di un “Natale diverso“?
Arcuri ha precisato che, seppure 1 italiano su 60 è stato colpito dalla pandemia, a guardare bene “con occhi onesti e mente libera da pregiudizi la curva dei contagi si sta raffreddando grazie a provvedimenti del Governo e ai comportamenti responsabili”. Il Commissario per l’emergenza Covid non ha negato che i contagi continuino a salire ma molto meno: sette volte meno di soli dieci giorni fa e addirittura dieci volte meno rispetto ad un mese fa. Pertanto, asserisce: “Chi sostiene che la seconda ondata ci ha colti di sorpresa e chi dai divani o dalle trasmissioni televisive sostiene che siamo impreparati, non ha gli occhi onesti e non ha mente libera. Oppure non conosce l’aritmetica”. Infine spiega che, su commissione del Governo, nei prossimi giorni sarà suo compito individuare nuovi spazi alternativi agli ospedali – i cosiddetti Covid hotel – per garantire un tetto a chi è in isolamento domiciliare e non può stare a casa per non contagiare il nucleo familiare che – secondo Arcuri – rappresenta l’epicentro più alto di questa seconda ondata.