A Napoli, una malattia respiratoria costa la vita anche a Salvatore Solimeno, 45enne bodybuilder
Un uomo atletico, appassionato del suo sport – il bodybuilding – e che fino all’ultimo ha portato avanti la sua battaglia contro la sedentarietà e a favore dell’esercizio fisico. Questo era Salvatore Solimeno nel ricordo dei suoi allievi e compagni di allenamento che non si capacitano della sua scomparsa: “Non vedevamo l’ora di rivederlo in palestra”, uno dei tanti messaggi di cordoglio rilasciati da amici e colleghi. Salvatore aveva 45 anni: nel suo curriculum, spiccavano due lauree, una in Scienze Motorie ed una in Biologia. Era anche stato campione di bodybuilding nella sua categoria, dopo molte gare in Italia ed all’estero. Aveva aperto una palestra molto frequentata a Pompei, dove abbinava l’insegnamento dell’attività fisica con consigli sulla corretta alimentazione.
Salvatore ha continuato a seguire i suoi allievi anche da casa tramite allenamenti in videolezione – dopo aver anche allestito un centro per i test sierologici durante la seconda ondata di Covid – nella convinzione dell’importanza dell’esercizio fisico contro la sedentarietà – che causa numerose patologie già pericolose da sole e ancora più pericolose nel caso di contagio da Covid: “E’ probabile che le palestre saranno chiuse. Il mio consiglio per gli amanti dello sport è di procurarsi manubri, dischi, tappetini e tutto ciò che può servire per un allenamento corretto. Una buona nutrizione ed un costante allenamento aiutano a vivere meglio“- il suo messaggio prima della seconda chiusura dei centri sportivi.
Sui social network, sono purtroppo spuntati tanti commenti sgradevoli di persone che hanno trovato “ironica” la dipartita del bodybuilder e addirittura hanno insinuato che facesse uso di sostanze dopanti che avrebbero contribuito all’aggravamento della sua condizione, benchè i medici del Fatebenefratelli di Napoli abbiano più volte smentito tutto: “Salvatore soffriva di una patologia pregressa, una malattia congenita che gli causava problemi respiratori”, recita il bollettino ufficiale dell’Ospedale. A rispondere a tali insinuazioni è stato un collega del 45enne che su Facebook ha divulgato questo messaggio: “Trovo vergognoso ed inqualificabile che su internet persone che godono nel fare insinuazioni offensive sui vivi abbiano avuto anche la sfrontatezza di attaccare una persona che ha perso la vita: è un atteggiamento che non merita nessun tipo di rispetto o pietà, soprattutto quando questi insulti arrivano da gente che lavora nel nostro settore”, afferma il culturista.
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