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Cronaca

Covid, un’altra stretta, dal fumo in strada alle caffè dopo le 15: tutte le cose che non potremo più fare

L’ascesa dei contagi sembra non volerne sapere di arrestarsi nonostante tutte le misure messe in campo dal Governo. In arrivo nuovi divieti.

Getty Images/Vincenzo Pinto

Il 15 novembre sarà una data importante per l’Italia: saranno due settimane dall’entrata in vigore delle misure restrittive del Dpcm di novembre. Sarà il giorno in cui fare il punto della situazione e verificare se le misure messe in campo dal Premier Giuseppe Conte e dal Ministro della Salute Roberto Speranza hanno dato i frutti sperati, ovvero un abbassamento dei contagi di Covid. Purtroppo, a distanza di sole 24 ore da questa data, possiamo dire che la curva epidemiologica del virus non ha invertito la sua tendenza a crescere. Per questo il Governo ha deciso – prima di arrendersi a decretare il lockdown nazionale – di mettere in campo ulteriori restrizioni.

In molti Comuni non sarà più possibile passeggiare nel centro storico. A Bologna stop alle manifestazioni e anche alle esibizioni degli artisti di strada; nel weekend i genovesi non potranno più godersi il lungomare mentre a Catania sarà vietato stazionare in Piazza Duomo e nel Borgo Marinaro. A Roma, addirittura, al fine di evitare in ogni modo gli assembramenti saranno predisposti annunci con i megafoni e controlli dall’alto con gli elicotteri. Il governatore della Basilicata, invece, ha già chiesto l’intervento dei militari impegnati nell’operazione “Strade sicure” per sorvegliare i cittadini.

Nel Lazio di Nicola Zingaretti – regione ancora gialla ma con un sistema sanitario in affanno e pazienti Covid costretti, a volte, ad attendere anche 12 giorni su una barella in attesa di un posto letto – nei giorni festivi e prefestivi verranno chiusi tutti i negozi ad eccezioni di farmacie, parafarmacie, edicole, tabaccherie e alimentari. Vietati anche tutti i mecatini ad eccezione delle bancarelle che vendono cibo. Anche Trento e Bolzano hanno deciso di mettere al bando tutti i mercati, compresi quelli natalizi.

Nel Veneto di Luca Zaia – ancora in fascia gialla a differenza del Friuli , dell’Emilia e delle Marche che stanno entrando in fascia arancione – bar e locali restano aperti ma solo fino alle ore 18. Tuttavia è fatto divieto di consumare cibi e bevande dopo le ore 15 se non si resta seduti al tavolo. Inoltre, in base alla nuova ordinanza firmata dal governatore Zaia, il centro storico di  Verona, nel weekend, sarà presidiato in ben 17 punti dalla Polizia locale che dovrà monitorare l’ ingresso delle persone nella città antica. Mentre a Padova tornano le transenne in Piazza delle Erbe.

Sempre in Veneto – come in Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna sospese le lezioni di ginnastica, canto e strumenti a fiato. Mentre da lunedì in Alto Adige tornerà la didattica a distanza per tutti gli alunni di scuole medie e superiori. Ma anche alle elementari e all’asilo potranno accedere solo i figli di persone che svolgono lavori essenziali. Più rigida la politica del Comune di catanzaro che fino al 28 novembre ha deciso di chiudere tutte le scuole di ogni ordine e grado. Scelta condivisa dall’assessore alla Sanità della Sardegna che ha chiesto al Governo di chiudere tutto: dalle elementari alle superiori.

Per quanto concerne l’attività motoria il panorama appare più disomogeneo: a Rimini si potrà continuare a passeggiare o correre sul lungomare ma sarà vietato fermarsi. Mentre a Bolzano ci sarà un’apposita applicazione da installare sul cellulare che controllerà che le persone facciano sport ma non oltre 1 km dalla propria abitazione. In Friuli Venezia Giulia sì allo sport purché lontano dai centri storici mentre in Emilia Romagna non si potrà né passeggiare né fare sport sul lungomare. Per scoraggiare le persone a uscire a Cittadella, comune del Padovano, il sindaco ha pensato di vietare alle persone di fumare per le strade. Mentre a Verona e a Pesaro scatta il senso unico nelle vie pedonali.

Pubblicato da
Samanta Airoldi

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