Le festività natalizie si avvicinano e fioccano le dichiarazioni di politici e virologi sulle modalità con cui potremo festeggiare. Tutti, però, concordano su una certezza: sarà un Natale diverso dagli altri.
I dati del Ministero della Salute in merito alla situazione di oggi ci informano che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – salgono di 37.255 unità per un totale di 1.144.552. Nelle ultime ventiquattro ore 544 morti che portano il numero complessivo delle vittime a 44.683. Da ieri sono stati eseguiti 227.695 tamponi.
I casi attualmente positivi sono 688.435. I dimessi e i guariti raggiungono quota 411.434 registrando un incremento di 12.196 unità. I ricoverati salgono a 31.398, +484 mentre in terapia intensiva 3306 assistiti, +76 rispetto a ieri.
A poco più di un mese dal Natale, la discussione su come sarà possibile festeggiare il prossimo 25 dicembre si fa sempre più calda. I dati relativi alla diffusione del coronavirus continuano a non essere particolarmente positivi, nonostante un rallentamento nella crescita dei contagi registrato negli ultimi giorni, e così i dubbi e le paure su ciò che sarà consentito in occasione delle feste si intensificano.Non più di due giorni fa, lo stesso Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha chiarito che il Governo è a lavoro per mettere a punto un pacchetto di misure che riguarderanno proprio le festività natalizie, guidate dai criteri irrinunciabili, in questa fase, di distanziamento interpersonale e di rinuncia alle grandi tavolate con decine di invitati.Ma il Premier non è l’unico esponente politico intervenuto sul tema. Dopo le parole del viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, e quelle della sottosegretaria Sandra Zampa, anche il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Francesco Boccia ha voluto dire la sua, preannunciando che il prossimo sarà un Natale diverso da quelli cui siamo abituati, che potremo festeggiare soltanto in compagnia dei “parenti più stretti“.
Appare ormai certo, quindi, che l’Esecutivo procederà al varo di un provvedimento ad hoc che stabilisca le modalità con cui sarà possibile riunirsi per festeggiare il Natale. Provvedimento che arriverà, però, più a ridosso delle festività – a dicembre inoltrato – quando si potrà contare su dati e informazioni maggiormente aggiornati e, ci si augura, positivamente condizionati dagli effetti delle restrizioni in vigore. Le previsioni più attendibili, in questo momento, portano comunque ad escludere che possano essere concesse grandi rimpatriate tra parenti, con la possibilità che sia permesso festeggiare soltanto tra parenti di primo grado, quindi genitori, fratelli e sorelle. Il Natale, però, rappresenta anche il momento dell’anno in cui le spese sostenute dagli italiani, tra tredicesime, cenoni e regali, lievitano sensibilmente – facendo registrare una spesa aggiuntiva di 30 miliardi rispetto alla media mensile – fino a raggiungere un totale di 110 miliardi di euro. Inevitabile, quindi, che si ragioni anche sulle modalità più adatte a tutelare un giro d’affari che, in questo disgraziato 2020 più che mai, rappresenta una vitale boccata d’ossigeno per migliaia di attività.
Anche diversi esperti ed esponenti del mondo medico concordano, in buona parte, con le ipotesi di festeggiamenti in tono minore avanzate dai membri dell’Esecutivo. Tra questi Massimo Galli, primario dell’ospedale Sacco di Milano, che ha sottolineato la necessità di affrontare le imminenti festività natalizie con un profondo spirito di prudenza e di responsabilità. Immaginare per Natale un approccio simile a quello “con cui abbiamo affrontato Ferragosto“, dice Galli, sarebbe molto pericoloso. Così, prosegue il primario, “non ne usciamo più“.
Il medico ha anche chiarito che, pur volendo ipotizzare l’attuazione di un lockdown di 3 o 4 settimane finalizzato a consentire una ampia riapertura a ridosso delle feste, sarebbe impossibile immaginare che si consentano affollate riunioni di famiglia: “Grandi cenoni e veglioni ce li dobbiamo dimenticare fin da ora“. Secondo Galli, il comportamento tenuto in estate – simbolicamente a Ferragosto – ha rappresentato un “importante elemento di amplificazione dell’infezione“, ed è quindi indispensabile, imparando dagli errori commessi, correggere il tiro in vista del Natale. “Dovremmo tutti abituarci all’idea che al sacrificio, anche pesante non può seguire il liberi tutti“. Almeno, conclude Galli, fino a quando una capillare diffusione di vaccini efficaci non possa finalmente farci voltare pagina.
Ancor più allarmanti le dichiarazioni di Giuseppe Ippolito, medico dell’ospedale Spallanzani di Roma, secondo cui il rischio concreto cui andiamo incontro è quello di una terza, durissima ondata conseguente ai festeggiamenti. “Dobbiamo evitare a Natale e a Capodanno di commettere gli stessi errori dell’estate“, afferma. I vaccini, spiega Ippolito, arriveranno nel giro di pochi mesi ed è fondamentale, in attesa della loro commercializzazione, che si mantengano comportamenti di massima prudenza: visto che già dall’inizio del 2021 potremmo avere buone su questo fronte, tutti saremo chiamati, durante le festività, “a mantenere misure di contenimento dell’epidemia“, evitando viaggi, feste e grandi riunioni di famiglia. Un sacrificio, conclude Ippolito, che bisogna fare pensando al fatto che “a Natale 2021 potremo tornare a festeggiare“, visto che, secondo la stima del medico, già in primavera si assisterà ai benefici derivanti dai vaccini e dai nuovi farmaci. La strada, però, è ancora lunga: “Io concordo con Fauci: per tornare alla normalità, servirà tutto il 2021“; conclude Ippolito.
Analoga la posizione di Walter Ricciardi, consulente del Ministro delle Salute Roberto Speranza: la circolazione del virus sarà, a Natale, ancora intensa. Tanto rendere impossibili “cenoni aperti, assembramenti, persone che non si conoscono e che stanno una vicina all’altra“, dice lo scienziato. In arrivo, quindi, un Natale ristretto, da festeggiare “con i propri cari, naturalmente sapendo che i propri cari hanno adottato a loro volta dei comportamenti saggi“.
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