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Economia

Il Governo promette i ristori immediatamente e Mario Monti parla di Patrimoniale

Mentre l’Agenzia delle Entrate invia i primi bonifici in favore delle attività colpite dal Dpcm del 25 ottobre, il Governo procede al varo del Decreto Ristori bis, che estende la platea dei beneficiari di aiuti. E sul reperimento delle risorse Mario Monti suggerisce il ritorno della patrimoniale. 

Mario Monti/Getty Images

Sono stati disposti i bonifici in favore di più di 211 mila imprese, per un totale di oltre 964 milioni di euro“. E’ questa l’assicurazione data ieri dal Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che spiega come, a nove giorni dal decreto ristori – che stanziava appunto una serie di indennizzi per le attività costrette a chiusure totali o parziali dal Dpcm del 25 ottobre scorso – i primi soldi arriveranno tra lunedì e martedì sui conti correnti dei beneficiari. Quasi un miliardo, in questa prima tranche, cui andranno ad aggiungersi altri fondi disposti nella notte, con l’approvazione di un nuovo decreto che porta le risorse complessive a circa 2,5 miliardi.

Le oltre 200 mila imprese raggiunte dai primi bonifici rappresentano più della metà delle attività – 324 mila in tutto – che l’Agenzia delle Entrate è in grado di raggiungere autonomamente, facendo riferimento ai dati già noti alla luce dei ristori emessi in estate come parziale compensazione dei mancati introiti durante il periodo del lockdown. Le altre 140 mila attività, invece, dovranno presentare una richiesta, rispetto alle quali il Governo si è impegnato ad assicurare l’erogazione dei fondi entro la metà di dicembre.

Proprio ieri il Premier Giuseppe Conte sottolineava l’assoluta necessità di agire in tempi brevi sul fronte degli aiuti, “per proteggere il nostro presente e il nostro futuro“, ricordando di aver personalmente assunto l’impegno di garantire ristori rapidi di fronte al Paese intero. “Tutto il Governo è al lavoro per questo“, sottolinea il Presidente del Consiglio: l’obiettivo è agire con la massima rapidità, al fine di mettersi alle spalle il prima possibile questa crisi economica.

A dargli manforte proprio il Ministro dell’Economia, che annuncia l’invio dei primi bonifici “a tempo di record“. Il Governo aveva promesso che i primi ristori sarebbero arrivati entro il 15 di novembre; Gualtieri sottolinea orgogliosamente che “arriveranno già lunedì e martedì prossimi“.

Il primo decreto ristori, approvato il 28 ottobre, prevedeva che l’amministrazione finanziaria dello Stato agisse in maniera automatica, senza richieste di adempimenti di sorta da parte dei contribuenti coinvolti. E così è stato, almeno in questa fase, con i titolari delle attività che vedranno arrivare gli aiuti direttamente sul proprio conto corrente. Per la buona riuscita di questa operazione, Gualtieri ringrazia il lavoro di “tutte le strutture dell’amministrazione finanziaria coinvolte, a cominciare dall’Agenzia delle Entrate“.

Il Decreto Ristori Bis

Come detto, però, il Governo ha già predisposto attraverso il decreto Ristori bis – approvato intorno alle 2 di questa notte – l’erogazione di ulteriori fondi finalizzati al sostegno di tutte le attività danneggiate dalle restrizioni. Con questo secondo intervento, l’Esecutivo intende rafforzare i ristori destinati alle imprese che siano state inserite nelle zone rosse e arancioni dopo il Dpcm del 4 novembre. Per le famiglie in zona rossa, inoltre, previste due tipologie di aiuti: verrà infatti erogato un nuovo bonus babysitter, pari a mille euro, accanto al quale sarà permessa la possibilità di ricorrere ad un congedo parentale straordinario al 50% dello stipendio. Le misure sono destinate a tutti i genitori dei ragazzi che frequentino le scuole medie cui è stato imposto il ritorno alla didattica a distanza e verrà garantito finché le scuole rimarranno chiuse e laddove lo smartworking non sia applicabile.

Potranno richiedere il nuovo bonus baby sitter soltanto gli autonomi – iscritti alla gestione separata come i collaboratori e gli occasionali o alle gestioni speciali di artigiani e commercianti – e questo non potrà essere fruito in caso di prestazioni rese da familiari – se, ad esempio, saranno i nonni a rimanere in casa con i bambini, il bonus non potrà essere richiesto – oltre che da chi percepisce già il bonus asilo nido. Per quanto riguarda i congedi, potranno farne richiesta anche le famiglie con disabili, qualora le scuole o i centri diurni frequentati venissero chiusi, indipendentemente dall’età dei figli.

La nuova lista Ateco

Il decreto ristori bis provvede anche ad ampliare la lista di attività economiche che dovranno ricevere aiuti. Sono 57 le nuove categorie previste, che vanno ad aggiungersi ai 53 codici Ateco – cioè i codici di classificazione delle attività economiche – già previsti dal primo decreto.  Dalle attività che lavorano nel campo della pet economy – canili, dogsitting, toelettatura – fino ai sexy shop, passando per le agenzie matrimoniali, i saloni di bellezza, e gli studi di tatuaggi e piercing, sono numerose le nuove attività che beneficeranno, a vario titolo, dei nuovi stanziamenti. In alcuni casi – guide alpine, musei, biblioteche, monumenti, orti botanici e zoo – il contributo sarà raddoppiato rispetto alle cifre percepite in occasione della prima ondata. Probabile che alla soglia del 200% vengano portati anche bar, pasticcerie e gelaterie delle zone rosse ed arancioni, per i quali – al momento – è previsto un contributo del 150%.

Imu, Irap e contributi

Novità in vista anche in diversi altri settori: il decreto interviene sulle tasse, con il rinvio degli acconti di novembre per imposte sui redditi e Irap per tutte le partite Iva che – all’interno delle zone rosse – saranno costrette a chiudere. Questo avverrà “indipendentemente dalla diminuzione del fatturato o dei corrispettivi“. Sospesi anche i versamenti dei contributi previdenziali ed assistenziali “per i datori di lavoro privati con sede operativa nei territori interessati dalle nuove misure restrittive”, mentre trovano conferma la concessione del credito d’imposta al 60% per gli affitti del trimestre ottobre – dicembre e la cancellazione della seconda rata dell’Imu per tutte le categorie inserite nel decreto.

I fondi per gli altri settori

Previsti, inoltre, stanziamenti nel settore dei trasporti – 300 milioni per potenziare il trasporto pubblico locale nel 2021 – e dell’agricoltura, cui saranno destinati 340 milioni per confermare anche a dicembre l’esonero dal versamento dei contributi per le imprese appartenenti alle filiere agricole, oltre che operanti nei settori della pesca, dell’acquacoltura e della produzione di vino e birra.

Il decreto stabilisce poi l’istituzione di un fondo destinato a garantire futuri ristori anche alle attività che si trovino in regioni oggi inserite in zona gialla e che venissero poi fatte rientrare in zona arancione o rossa: in questa maniera sarà possibile attuare anche a queste regioni le misure previste dai decreti Ristori e Ristori bis attraverso l’emanazione di decreti ministeriali, quindi di semplici provvedimenti amministrativi, senza la necessità di intervenire con nuovi decreti legge che renderebbero inevitabilmente i tempi per l’entrata in vigore degli interventi.

Il parere di Mario Monti

La stima, tra primo e secondo decreto Ristori, è che la spesa totale per lo Stato ammonti a circa 7,5 miliardi di euro. Una montagna di soldi che va ad aggiungersi, per altro, alle somme già spese per affrontare tutta la prima fase emergenziale e che andrà inevitabilmente ad aumentare il già importante livello di debito del nostro paese. Sul tema ha voluto dire la sua anche l’ex Premier Mario Monti, che ai microfoni della trasmissione Titolo V, in onda su Rai 3, ha invocato interventi molto netti sul piano sanitario, anche a costo di ulteriori sacrifici economici. La priorità, secondo il senatore a vita, è scongiurare che nella popolazione si costituisca e rafforzi “l’idea che questa pandemia striscerà per anni“. Sul tema delle risorse utilizzate, che in questo momento sono quelle “dei nostri figli  nipoti“, Monti ha poi detto la sua a proposito della possibilità di fare ricorso ad una patrimoniale, argomento da sempre spinoso nel dibattito pubblico italiano. Secondo l’ex Premier, la tassazione dei grandi patrimoni rappresenta nel nostro Paese un tabù: “Quando ho avuto occasione di governare, senza alcun piacere, l’ho infranto“, dice Monti riferendosi all’introduzione, nel 2011-2012, dell’Imu.

 

Pubblicato da
Lorenzo Palmisciano

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