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Cronaca

Coronavirus 37.809 nuovi casi e 446 morti, Ricciardi: “Napoli andava chiusa”

Da oggi le Regioni d’Italia soono suddivise per “colori”. Sulla questione interviene il virologo Walter Ricciardi che non è del tutto d’accordo su questa suddivisione.

I dati del Ministero della Salute in merito alla situazione di oggi ci informano che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – salgono di 37.809 unità e portano il totale a 862.681. Nelle ultime ventiquattro ore 446 morti che portano il numero complessivo delle vittime a 40.638. Da ieri sono stati eseguiti 234.245 tamponi.

I casi attualmente positivi sono 499.118, +26.770. I dimessi e i guariti da ieri registrano un incremento di 10.586 unità e raggiungono in totale quota 322.925. I pazienti ricoverati salgono a 24.005, +779 mentre nelle terapie intensive ci sono 2515 assistiti, 124 rispetto a ieri.

Getty Images/Jean-Christophe Guillaume

Coronavirus: secondo Walter Ricciardi Napoli andava chiusa

Da oggi ha avuto inizio la suddivisione delle Regioni italiane in tre fasce le quali si differenziano in base al colore: verde, giallo e rosso. Nel gruppo delle verdi ben poche rientrano, soltanto quelle in cui la situazione dei contagi da Covid appare – almeno per ora – abbastanza tranquilla. Cartellino rosso, invece, per Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Calabria dove la situazione appare ormai fuori controllo e dove, soprattutto, si teme un collasso di ospedali e pronto soccorso a stretto giro. Gialle tutte le altre Regioni. Ma c’è chi non è d’accordo su questa suddivisione decisa dal Ministro della Salute Roberto Speranza su indicazione dell’Istituto superiore della sanità. La voce del dissenso, però, non proviene dall’Opposizione che – dalla conferenza del Premier Giuseppe Conte in poi – lamenta la zona rossa assegnata, a loro dire, ingiustamente alla Lombardia. No. Questa volta a non essere d’accordo con il ministro Speranza è il suo stesso consigliere, il virologo Walter Ricciardi. Ricciardi – intervistato da Un giorno da Pecora su Rai Radio 1 – ha sostenuto:  “La situazione degli ospedali è drammatica più o meno in tutta Italia, in alcuni è addirittura tragica” . E se da Nord c’è chi rivendica per la Lombardia la fascia gialla come la Campania, Ricciardi – sul fronte opposto – chiede per Napoli la fascia rossa come per Milano: “Napoli doveva essere chiusa già 2-3 settimane fa. La Campania è in zona gialla perché è stata fatta una media sui dati regionali mentre bisognerebbe estrapolare i dati a livello provinciale”.

Lo scienziato spiega che, sui 21 parametri utilizzati per valutare in quale fascia inserire una Regione, soltanto 4 o 5 sono – a suo avviso – davvero importanti. Il primo  è l’indice di contagio Rt, perché indica quanto il virus sta accelerando; il secondo paramentro di cui tenere conto secondo le considerazioni di Ricciardi  è il numero assoluto di casi; il terzo, invece,  è la percentuale di casi positivi sull’intera popolazione. Il quarto e il quinto parametro, infine, non riguardano il Covid direttamente quanto piuttosto la situazione del sistema sanitario: quante persone arrivano al pronto soccorso, quante vengono ricoverate e quante finiscono in terapia intensiva. Perché la possibilità di sopravvivere al Covid non dipende soltanto dalla gravità dell’infezione e da eventuali patologie pre esistenti nei pazienti infetti; conta moltissimo anche la capacità di intervenire tempestivamente. Cosa che potrebbe diventare difficile se in una Regione si esaurissero a breve tutti i posti letto nelle terapie intensive o se mancasse il personale sanitario.

I dubbi sui dati forniti dalle Regioni

Ricciardi tocca, inoltre, un argomento recentemente affrontato dal suo collega Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia presso l’Università di Padova: la veridicità dei dati forniti dalle Regioni. Il timore di Crisanti era che alcune Regioni potessero truccare i dati per non finire nella fascia rossa. Ricciardi non si spinge a formulare questa ipotesi ma spiega che: ” I dati in base ai quali collocare un’area del Paese in una fascia di rischio piuttosto che in un’altra arrivano dalle Regioni. Se le Regioni li mandano tempestivamente, completamente e adeguatamente, le decisioni vengono prese sui dati reali. Se invece per qualsiasi motivo i dati vengono forniti in ritardo oppure sottostimati, è chiaro che fanno colorare in maniera un pò diversa la regione. Generalmente di un colore più basso”. Proprio per evitare che, in tal senso, si generi confusione e si sollevino troppe proteste, il Governo starebbe valutando l’idea di togliere alle Regioni la competenza in materia di Sanità.

 

Pubblicato da
Samanta Airoldi

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