Chiara Ferragni è stata denunciata dal Codancons per pubblicità occulta. Nel bersaglio dell’associazione sono finite la moglie di Fedez e Baby K, a causa del loro tormentone estivo “Non mi basta più”. Ecco cosa è successo.
Chiara Ferragni denunciata dal Codacons
Non è la prima volta che la famiglia ‘Ferragnez’ si ritrova ad affrontare dei problemi con il Codacons. Chiara Ferragni infatti, è stata denunciata dall’ente per pubblicità occulta. Nel dettaglio l’associazione avrebbe accusato sia la moglie di Fedez che Baby K, a causa del loro tormentone estivo “Non mi basta più“. Nel video e nel testo della canzone infatti, sarebbe fatta menzione di un brand commerciale. Per questo il Codacons ha deciso di fare un esposto all’Autorità per la concorrenza. La denuncia intrapresa dal Codacons, prende origine dalla recente pronuncia dell’Antitrust, il quale ha stabilito che anche i videoclip musicali non devono sfuggire alle regole del pruduct placement. Per questo motivo, laddove un’artista decidesse di inserire dei marchi nei proprio videoclip, deve renderlo noto con trasparenza agli utenti per non violare le regole commerciali.
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Nel dettaglio, il Codacons ha definito “emblematico” il caso del videoclip di Chiara e Baby K, perché in diverse occasioni, vengono ripresi e immortalati prodotti di un celebre marchio per capelli, ripetuto e citato anche nel testo della canzone. “Il caso della canzone ‘Non mi basti più’ di Baby K e Chiara Ferragni è emblematico, perché non solo il videoclip del brano mostra a più riprese i prodotti di un noto marchio per la cura dei capelli, ma addirittura il nome dell’azienda produttrice viene menzionato anche nel testo stesso della canzone, che si trasforma da tormentone estivo a vera e propria pubblicità in musica“, spiega l’associazione.
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Per questo motivo il Codacons, seguendo le linee guida dell’Antitrust, “presenterà un esposto all’Autorità per la concorrenza in cui si chiede di aprire un procedimento sia contro il videoclip in questione, sia contro la canzone di Baby K e Chiara Ferragni, valutando l’obbligo per le emittenti radiofoniche e televisive di censurare il brano nella parte in cui sponsorizza il noto marchio commerciale“.