Firmato il nuovo Dpcm che divide l’Italia in tre zone. Tra le misure di carattere nazionale, il coprifuoco dalle 22 alle 5. Si conferma la chiusura di bar e ristoranti alle 18. Per le zone rosse, divieto di spostamento e negozi chiusi. A rischio lockdown cinque Regioni.
Dopo la lunga trattativa degli ultimi giorni, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato, la scorsa notte, il nuovo Dpcm per la limitazione dei contagi da Covid-19. Sono state confermate alcune delle misure anticipate in settimana dallo stesso Conte nella sua comunicazione al Parlamento di lunedì 2 novembre. Resta la divisione del Paese per zone – gialle, arancioni e rosse – con il regime differenziato che andrà a dividere l’Italia in tre livelli di rischio contagio, seconda 21 parametri stabiliti nel testo. Tra le poche variazioni apportate nelle ultime ore, spicca quella sui parrucchieri che resteranno aperti anche nelle zone a più alto rischio. La conferenza stampa del presidente del Consiglio, per la comunicazione delle misure approvate e che saranno in vigore dal 5 novembre al 3 dicembre, dovrebbe tenersi nella giornata di oggi, mercoledì 4 novembre.
Le misure valide su tutto il territorio nazionale
Tra le nuove regole applicabili in livello nazionale c’è il polemico coprifuoco, con il quale si limiterà la circolazione delle persone dalle 22 alle 5. L’orario del coprifuoco era stato oggetto di un lungo braccio di ferro tra Governo e Regioni e all’interno dello stesso Esecutivo, con il ministro della Salute Roberto Speranza che, insieme ai ministri Boccia e Dario Franceschini, puntava a far scattare la misura già dalle ore 18. Mentre il presidente del Consiglio, come anche Matteo Renzi, era contrario all’approvazione della misura. E con il coprifuoco ritorna anche la necessità di giustificare la circolazione nell’orario in cui essa è limitata, attraverso l’autocertificazione. Per uscire di casa in quella fascia oraria, lo si potrà fare solo per ragioni di lavoro e salute. Mentre nell’arco dell’intera giornata viene fortemente raccomandato di spostarsi il meno possibile, sia con trasporto pubblico o privato, e comunque di farlo soltanto per motivi di salute o per esigenze lavorative o di studio.
La didattica a distanza viene inoltre confermata al 100% per le superiori, per le quali saranno invece consentite soltanto attività laboratori in presenza. Le scuole elementari e medie e i servizi all’infanzia restano aperti con attività presenziali, ma è obbligatorio l’uso delle mascherine, eccezione fatta per i bambini al di sotto dei 6 anni. Per quanto riguarda il commercio, verranno chiuse le medie e grandi strutture di vendita, nei giorni festivi e pre festivi. Non rientrano in questa regola il commercio per i generi alimentari, le farmacie, i tabacchi e le edicole.
Altro punto dolente più volte indicato dal Comitato Tecnico Scientifico come causa dell’aumento dei contagi, nonché oggetto di accese discussione tra Governo, Regioni, anche il trasporto collettivo è interessato dal nuovo Decreto del Presidente del Consiglio. Da domani infatti i mezzi pubblici – sia del trasporto locale sia del trasporto ferroviario regionale – potranno circolare con un coefficiente di riempimento massimo del 50 per cento. Altro settore oggetto di continui confronti, si conferma la chiusura di bar e ristoranti alle 18 in tutto il Paese, anche se potranno restare aperti la domenica a pranzo.
Niente più prove preselettive e scritte dei concorsi pubblici e privati e neanche quelle per l’abilitazione all’esercizio delle professioni, fatto salvo per i casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica. Misure ulteriori e che erano già attese sono la chiusura dei musei e delle mostre, che si aggiungono a quella dei cinema e teatri, nonché la chiusura delle zone dedicate ai giochi e scommesse all’interno dei bar e delle tabaccherie.
Le regioni a livello 3 o zone arancioni
Le zone arancioni o zone a livello 3, sono quelle caratterizzate da uno scenario di gravità e da un livello di rischio alto, dove il Dpcm impone misure più nette. In queste Regioni saranno vietati gli spostamenti, in entrata e in uscita, dalla Regione. Eccezione fatta per comprovate esigenze di lavoro, salute e urgenza. Gli spostamenti consentiti saranno quelli strettamente necessari a garantire la realizzazione della didattica in presenza, nei limiti in cui questa è consentita. È autorizzato anche il rientro nel proprio domicilio o nella propria residenza. Anche lo spostamento tra comuni viene proibito, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili nel proprio comune. Si sospendono inoltre le attività dei servizi di ristorazione (tra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering. La ristorazione a domicilio è comunque consentita.
Le regioni a livello 4 o zone rosse
Sono le Regioni che si collocano in uno scenario di gravità massima, con un rischio molto alto, e dove si attueranno le misure più restrittive, paragonabili a un lockdown. Le Regioni che attualmente sono a rischio “zona rossa” sono Lombardia, Piemonte, Alto Adige, Valle d’Aosta e Calabria.
In queste zone saranno vietati gli spostamenti in entrata e in uscita dalla Regione e anche all’interno del territorio stesso, quindi tra province e Comuni, fatto salvo per necessità e urgenza. Il tentativo del Governo è comunque di non chiudere le scuole, o limitarne la chiusura alle superiori. Anche nelle zone rosse quindi l’attività scolastica in presenza resta valida per le scuole dell’infanzia, elementari e prima media, mentre per le superiori, seconda e terza media si prevede la didattica a distanza. I negozi al dettaglio resteranno chiusi, così come i mercati di generi non alimentari. Restano aperte invece alimentari, farmacie, edicole. Per la ristorazione, si chiudono bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, ma è consentita la ristorazione con consegna a domicilio, e la ristorazione con asporto fino alle ore 22.00.
Tutte le attività sportive, inoltre, sono sospese, anche quelle svolte nei centri sportivi all’aperto. Si potranno ad ogni modo svolgere, in maniera individuale, attività motoria in prossimità della propria abitazione, sempre nel rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di indossare la mascherina. L’unica attività sportiva consentita, da realizzare all’aperto, è quella in forma individuale.
Classificazione e valutazione dei livelli
Le misure saranno valutate su base settimanale, e avranno la durata minima di 15 giorni: se una Regione viene classificata come “zona rossa”, sarà soggetta alle misure specifiche per almeno due settimane.
Il Governo aveva già anticipato la necessità di approvare una sorta di “automazione” per la classificazione delle Regioni, e il meccanismo viene in parte confermato dal Dpcm, con la elaborazione dei criteri oggettivi che andranno a stabilire in quale livello si colloca la Regione. Si parla infatti di meccanismo “semiautomatico”, perché ogni Regione si collocherà in uno scenario in base a criteri oggettivi, ma il Ministro della Salute avrà un ruolo fondamentale, in quanto potrà adottare specifiche ordinanze in accordo con il presidente della Regione per prevedere “l’esenzione dell’applicazione di una o più misure restrittive, anche in specifiche parti del territorio regionale”. Le Regioni però hanno manifestato riserve su questo punto e hanno chiesto che venga instaurato un “contraddittorio” con il ministero, il quale andrebbe a stabilire di volta in volta in quale livello la Regione debba essere inserita.