Il governatore del Veneto Luca Zaia, per ottimizzare il tracciamento ed evitare il sovraffollamento dei pronto soccorso, ha lanciato una proposta insolita: fare eseguire i test anche ai veterinari.
I dati del Ministero della Salute relativi alla situazione di oggi ci informano che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – salgono di 30.550 unità e portano il totale a 790.377. Nelle ultime ventiquattro ore 352 morti che fanno salire il numero complessivo delle vittime a 39.764. Da ieri sono stati eseguiti 211.831 tamponi.
Gli attualmente positivi sono 443.235, + 25.093 di ieri. I dimessi e i guariti salgono a 307.378 registrando un incremento di 5103 unità. I pazienti ricoverati aumentano ancora di 1002 unità e arrivano a quota22.116 mentre nelle terapie intensive 2292 pazienti, 67 in più rispetto a ieri.
Coronavirus: in Veneto si potrà fare il tampone dal veterinario
Per mettere un freno alla seconda ondata di contagi che – come ha ammesso il Premier Giuseppe Conte un paio di giorni fa – sta provocando più casi della prima, non si risparmiano mezzi. E’ indispensabile, ora più che mai, puntare sul tracciamento dei positivi al virus in modo da isolarli ed evitare che diventino – inconsapevolmente – degli “untori”. Per fare ciò è necessario eseguire quanti più tamponi possibili. Tuttavia uno dei rischi è il rapido collasso dospedali e pronto soccorso. E’ vero che in molte città sono stati istituiti dei Drive-in appositi per sottoporre i cittadini ai test ma è ancor più vero che in diversi casi – come a Roma – i tempi di attesa sono decisamente troppo lunghi. Il governatore del Veneto Luca Zaia ha lanciato una proposta che, di primo impatto, può sembrare bizzarra: servirsi anche dei veterinari. In pratica per sottoporsi al tampone i cittadini potranno rivolgersi anche ai “medici” degli animali. Il leghista – nel corso della diretta quotidiana in cui fa il punto della situazione – ha così motivato la sua idea: “L’uomo è un mammifero. I veterinari sono esperti di questo. Non è unìidea trascendentale“. Il governatore – lui stesso laureato in Scienze delle Produzioni Animali presso l’Università di Udine – ha specificato che, a breve, la Regione convocherà i rappresentanti dei 2450 professionisti presenti sul territorio.
Solo qualche giorno fa Luca Zaia ha firmato una nuova ordinanza che obbliga i medici di base a eseguire tamponi rapidi ai pazienti. Anche in questo caso la decisione del governatore è volta ad alleggerire il peso che grava tutto sulle spalle degli ospedali i cui laboratori sono già oberati di lavoro per analizzare i tamponi molecolari. A fronte di diverse polemiche, provenienti proprio dai medici di famiglia, ha specificato che i medici saranno remunerati per questo lavoro aggiuntivo. ma non potranno rifiutarsi altrimenti potranno essere sanzionati: si andrà dal procedimento disciplinare, alla decurtazione dello stipendio mensile fino al ritiro della convenzione. Tuttavia i medici di base non dovranno sottoporre tutti a tampone ma solo due tipologie di pazienti: i contatti stretti di un positivo che, dopo la quarantena, devono sottoporsi al test; coloro che presentano sintomi sospetti. I tamponi verranno forniti ai medici direttamente dalla Regione, potranno essere effetuati sia in ambulatorio sia presso il domicilio dei pazienti e varranno anche per l’Inps.
Veneto: fascia arancione o verde?
Il Veneto, per il momento, è ancora in attesa di sapere a quale fascia – tra le tre previste dal Dpcm di novembre – verrà destinato. La decisione spetta al Ministro della Salute Roberto Speranza il quale – con l’ausilio dell’Istituto Superiore della Sanità – dovrà tenere conto e di eventuali focolai presenti sul territorio e della situazione degli ospedali. Delle terapie intensive soprattutto. Il governatore Zaia si è detto abbastanza certo che la sua Regione rientrerà nella fascia verde – quella a minor rischio contagio e, dunque, soggetta a restrizioni minime – ma ha ribadito l’importanza di avere comportamenti responsabili. In particolare ha esortato i suoi cittadini a ridurre al minimo gli incontri in casa con gli amici ma anche con familiari non conviventi perché negli ultimi giorni numerosi sono stati i focolai domestici in Veneto. Da ieri nella sua Regione, il governatore del Carroccio, ha istituito un Comitato di crisi per l’emergenza Covid che sarà coordinato dal dottor Paolo Rosi.