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Politica

Dpcm, il Premier Conte aspetta a firmare: tutto potrebbe ancora cambiare

In arrivo a breve il Dpcm di novembre. Ma il Premier Giuseppe Conte non ha ancora firmato perché si stanno ancora valutando ulteriori modifiche.

Previsto in arrivo per oggi il Dpcm di novembre. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte già ieri, durante l’informativa alla Camera, ha annunciato alcune delle misure contenute nel nuovo Decreto. Tuttavia, prima di pubblicare il nuovo documento, il Premier vorrebbe attendere anche i dati di oggi relativi al Covid e avere  l’aggiornamento della curva epidemiologica da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. Intanto, questa mattina, si è tenuta la riunione tra il Premier e i capi delegazione delle forze di Maggioranza. Era presente anche il Ministro agli Affari regionali Francesco Boccia. Si è discusso sui provvedimenti da adottare in base alle diverse situazioni dei territori. Infatti, come anticipato da Conte ieri a Montecitorio, una delle novità salienti del  Dpcm di novembre sarà la suddivisione – stabilita dal Governo centrale che seguirà, a sa volta, le indicazioni dell’Iss – delle regioni in tre distinte fasce. Nella prima fascia sono state inserite le regioni  dove, al momento, l’indice di trasmissione del Covid è superiore a 1,5 :Lombardia, Piemonte e Calabria. Queste tre regioni potrebbero essere soggette – per le prossime 3 settimane – a misure decisamente restrittive tra cui un secondo lockdown generale, la limitazione della mobilità individuale se non per comprovate esigenze di lavoro o salute. Nella seconda fascia ci sono invece le regioni in cui l’indice Rt è compreso tra 1,25 e 1,5 e dove il sistema sanitario non sembra essere particolarmente a rischio. In questi territori nessun lockdown ma comunque ci saranno delle limitazioni come la chiusura delle attività ritenute “non essenziali”, limitazioni alla mobilità, chiusura di scuole e università. Nella terza e ultima fascia, infine, rientrano le regioni dove l’Rt è tra l’1 e l’1,25: ad oggi solo Basilicata e Sardegna.

Dpcm e didattica a distanza

Tra i temi più scottanti del nuovo Decreto del primo Ministro Conte, il ritorno alla didattica a distanza contro cui, nelle scorse settimane, si è battuta il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. Il Dpcm in arrivo per oggi prevede che tutti gli studenti delle scuole superiori seguano le lezioni da casa. Al momento questa modalità riguardava solo il 75% degli studenti delle scuole medie secondarie con il nuovo Decreto riguarderà, invece, il 100%. Secondo il Governo, infatti, sono soprattutto gli adolescenti che frequentano le superiori ad utilizzare i mezzi pubblici e, dunque, ad essere possibili vettori di contagio. Scemata invece l’ipotesi di estendere la didattica a distanza anche agli allievi di seconda e terza media. Il Presidente del Consiglio ha puntualizzato che si augura sia questa una misura solo temporanea. Il ministro Azzolina si è detta parecchio preoccupata che un ritorno alla didattica a distanza possa favorire la dispersione scolastica e indurre molti giovani a perdersi per strada, specialmente quelli appartenenti a famiglie meno agiate. Contro la pentastellata si è recentemente espresso il governatore della campania Vincenzo De Luca il quale, senza troppi complimenti, ha deciso di chiudere tutte le scuole di ordine e grado, anche asili nido e scuole per l’infanzia sostenendo che: “Quando a giugno i ragazzi stavano per le strade, non c’erano tutti questi contagi“. Per De Luca, dunque, la principale responsabile del Covid è la scuola.

 

 

 

 

 

Pubblicato da
Samanta Airoldi

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