Coronavirus, 22.253 nuovi casi e 233 morti. Conte “Più contagiati che a marzo, terapie a rischio”

Il Premier Giuseppe Conte, nel corso dell’informativa alla Camera, ha messo in guardia sull’attuale situazione dei contagi: più casi ora che a marzo. Le terapie intensive sono a rischio.

 

I dati del Ministero della Salute in merito alla situazione di oggi ci informano che il totale dei casi – attualmente positivi, morti e guariti – cresce di 22.253 unità e porta il totale a 731.588. Nelle ultime ventiquattro ore 233 morti che portano il numero complessivo delle vittime a 39.059. Da ieri sono stati effettuati 135.731 tamponi.

I casi attualmente positivi sono 396.512. I dimessi e i guariti salgono a 296.017 con un incremento di 3637 unità. I pazienti ricoverati sono 21.862, +1021 mentre nelle terapie intensive ci sono 2022 assistiti, +83 rispetto a ieri.

Coronavirus: più contagi ora che a marzo

Il Premier Giuseppe Conte questa mattina ha riferito in Aula alla Camera le misure previste dal nuovo Dpcm di novembre che firmerà domani. Prevista una nuova stretta su attività commerciali come sale bingo e sale scommesse che dovranno chiudere e i centri commerciali chiusi nei weekend. Chiusi anche i musei. I mezzi di trasporto dovranno viaggiare al 50% della capienza e per le scuole superiori tornerà la didattica a distanza al 100%. Ancora nessuna indicazione, invece, circa un ipotetico – probabile – coprifuoco nazionale. L’Opposizione continua a chiedere al Primo Ministro di fare di tutto per scongiurare un secondo lockdown che risulterebbe fatale per l’economia del Paese e per milioni di lavoratori, sia piccoli imprenditori. Il Premier, nell’enunciare le nuove misure restrittive, ha fatto anche il punto della situazione.

Una situazione che appare allarmante più oggi che a marzo perché i contagi ora sono molti di più. “Gli italiani contagiati sono di numero ben più elevato ora che a marzo seppure la gravità è inferiore. Secondo i dati dell’Istituto Superiore della Sanità fino al 95% dei contagiati presenta sintomi lievi. Mentre oltre il 65% dei casi sono asintomatici o paucisintomatici”. Ma aldilà della gravità dei sintomi ciò che preoccupa è anche la tenuta del sistema sanitario, delle terapie intensive soprattutto. Perché se i casi di Covid continueranno a crescere a questi ritmi, non ci sarà posto per tutti. Il Premier non ha nascosto che il problema sussiste per quanto – ha sottolineato – l’ottimo lavoro del Commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri:A ieri erano occupati già il 21% dei posti letto già disponibili. Ma soprattutto preoccupa la situazione delle terapie sub intensive e dei ricoveri ordinari”.

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