Luigi Di Maio “Senza salute non esiste il lavoro. Stiamo salvando vite”

Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio non nasconde la preoccupazione per la difficile fase che l’Italia sta attraversando a causa della seconda ondata di contagi da Covid-19. L’obiettivo del Governo rimane la tutela di lavoro e salute cercando di “salvare il Natale”.

 

Decisione e coraggio. Sono questi gli elementi che il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio ritiene indispensabili, per il Governo di cui fa parte, per affrontare questa seconda, durissima fase di emergenza dovuta al dilagare del Coronavirus. Intervistato da Avvenire, l’ex capo politico del Movimento 5 Stelle sottolinea la grande urgenza cui il paese – e l’Esecutivo – sono sottoposti: “Dobbiamo intervenire ora. Non domani, non tra una settimana. E dobbiamo farlo con decisione e con coraggio“, spiega.

La battaglia è durissima e viene combattuta, dice Di Maio, con l’obiettivo di “garantire il diritto alla salute e quello al lavoro. Per farli camminare insieme. Per difenderli con la stessa determinazione“. Un compito tutt’altro che semplice, in una situazione come quella attuale in cui – sempre di più – le ragioni di salute pubblica e quelle economiche sembrano contrapposte tra loro. “Senza salute non esiste il lavoro“, prosegue “e oggi l’Italia è chiamata a difendere prima di tutto la vita“. Per farlo, ogni ora è cruciale. Ogni momento perso, può costare caro.

Non a caso, secondo il Ministro degli Esteri, sono necessarie misure drastiche come quelle varate domenica scorsa dal Governo. Se non addirittura più severe. “E soprattutto servono subito“, aveva detto alla vigilia del nuovo Dpcm. “E’ un obbligo anche morale adottarle senza perdere nemmeno un’ora. Per salvare le vite e per lasciare intatto il sistema produttivo“. Una situazione che, ci si augura adesso, non sia già stata superata dai fatti, come avvenuto in Francia, dove nella serata di ieri il Presidente Emmanuel Macron ha annunciato il ritorno – almeno per un mese – al tanto temuto lockdown.

E’ una stagione complessa come non se ne ricordano da decenni, quella che l’Italia e l’Europa stanno attraversando, caratterizzata da “paura, incertezza, anche rabbia“, dice Di Maio, invitando le Opposizioni di Salvini e Moloni a “smettere di strumentalizzare sofferenza e disagio” e a “fare squadra” con il Governo in un momento così complicato. D’altra parte, prosegue, l’Esecutivo è riuscito a superare la prima ondata di contagi, quando in Italia non c’erano nemmeno le mascherine sufficienti per tutta la popolazione. “Ora abbiamo preso le misure e fronteggeremo meglio questo seconda fase“, assicura. La strada è tracciata: “stringere ora per salvare il Natale. Questo è l’obiettivo che va centrato con ogni sforzo e ogni sacrificio“.

Le violenze nelle piazze

Una strada non facile da percorrere, anche perché – ora più che mai – la tensione sta divampando in tutto il paese. Le manifestazioni di protesta, iniziate a Napoli e dilagate poi in moltissime città italiane, preoccupano Di Maio, che condanna senza mezzi termini gli episodi di violenza cui abbiamo assistito: “La violenza mai“, dice. “Non c’è nessuna giustificazione, nessuna voglia di capire“. Lo Stato, assicura il Ministro, sarà a fianco di chi rispetta le regole e accetterà le misure – che potranno purtroppo essere anche molto dure. Chi è disposto a fare sacrifici, troverà nelle istituzioni un alleato, secondo la versione di Di Maio, mentre non ci sarà nessuna comprensione nei confronti di chi fa ricorso alla violenza. “Ho visto scene brutte. Ho visto aggredire la nostra polizia, i nostri carabinieri che durante questa pandemia non si sono mai risparmiati. E stata una ignobile vigliaccheria“. Per questo, spiega ancora l’ex leader grillino, qualsiasi ulteriore episodio analogo verrà fermato “con la massima decisione“.

I ristori alle attività e la riforma fiscale

Di Maio è consapevole della difficoltà del momento: la crisi morde, le aziende chiudono e lo Stato deve dare una risposta rapida ed efficace: “Serve un’azione di ristoro immediata e giusta“, dice. “E poi un nuovo fisco: chi non ha pagato per salvare un posto di lavoro deve poter chiudere i conti con il passato“. A questo, prosegue, deve aggiungersi la puntualità nell’erogazione della cassa integrazione e – in termini più ampi – una riforma fiscale “che segni una fine e un nuovo inizio“, così da poter modificare sensibilmente il rapporto tra il fisco ed i cittadini. Si deve capire, dice ancora il Ministro, che “la riscossione non può essere un algoritmo. Che serve coscienza anche quando si chiede. Che ci sono famiglie che hanno dovuto scegliere tra una cartella e l’università dei figli o aziende che non hanno pagato il fisco per pagare uno stipendio“. Per tutte queste ragioni, quando l’emergenza Covid sarà superata, lo Stato dovrà tenere conto di tutte le situazioni di difficoltà “e magari chiudere i conti con il passato“.

L’azione del Governo, in particolare con l’ultimo Dpcm, punta a limitare i contagi attraverso misure drastiche che siano abbastanza efficaci da scongiurare un nuovo lockdown. Certo, la crescita dei contagi e l’andamento delle curve epidemiologiche in tutta Europa non lasciano tranquilli, e non è certo che l’Esecutivo possa attendere le due settimane necessarie a vedere se le ultime misure varate producano o meno gli effetti sperati. Tuttavia “Il nostro sistema industriale un altro lockdown non lo regge“, commenta Di Maio, fortemente intenzionato a garantire le priorità fondamentali: salute e lavoro.

La scuola

A queste, il Ministro degli Esteri aggiunge la scuola, difendendo il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, finita a suo giudizio al centro di polemiche che “hanno prevalso sulla volontà di costruire“. Polemiche che, almeno a parole, Di Maio vorrebbe superare, arrivando ad “immaginare un tavolo con le opposizioni“, pur ritenendo sbagliato l’atteggiamento di chi, fuori dal Governo, soffia sul fuoco della sofferenza degli italiani.

Mes e Recovery Fund

Tra i temi più discussi all’interno dell’Esecutivo – che Di Maio promuove a pieni voti, ritenendo l’Italia più preparata di altri paesi per questa seconda ondata di contagi – rimangono il Mes ed il Recovery Fund. Sul primo, taglia corto il Ministro, la decisione spetterà al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte anche se, precisa, “mi pare che la parola definitiva l’abbia detta il ministro Gualtieri quando ha spiegato che tutta la forza del Mes è in 300 milioni di potenziale risparmio“. Diverso il ragionamento del Ministro rispetto al Recovery Fund: “Se davanti a un Covid che non molla e che anzi fa più male si decidesse di far crescere lo stanziamento, l’Italia è pronta“, conclude.

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