L’Italia si ribella al premier Conte: bar, palestre e cinema restano aperti

Cresce il numero di baristi e ristoratori che si ribellano all’ultimo Dpcm del Premier Giuseppe Conte e restano aperti anche dopo le 18.

L’ultimo Dpcm emanato dal Premier Giuseppe Conte sta sollevando proteste in tutta Italia. Da Torino, Napoli, Pesaro passando per Milano sono tanti i ristoratori, commercianti, liberi professionisti, gestori di palestre che scendono in piazza per esprimere il loro malcontento. Una paura che rischia di trasformarsi in rabbia violenta se non viene ascoltata al più presto. Ma accanto alle proteste di piazza c’è chi, invece, sceglie un’altra strada: quella della disobbedienza pacifica. Il primo caso che ha fatto clamore è stato quello del ristoratore di Pesaro – Umberto Carriera, titolare del ristorante La macelleria – che sfidando l’obbligo di chiusura anticipata alle 18, ha organizzato una cena nel suo ristorante con 90 commensali. E all’arrivo delle Forze dell’ordine ha ribadito la sua ferma intenzione a sfidare il Decreto di Palazzo Chigi. Salvo poi subire la chiusura forzata per qualche giorno.

Ora a ribellarsi è la Lombardia. A Rovato, in provincia di Brescia, la giovanissima titolare del New Diego Caffè – la 28enne Chiara Casantello – ha deciso anche lei di tenere aperto oltre le 18 e fuori dal suo locale ha anche appeso un foglio dove si legge: “Potere al popolo. Io non chiudo alle 18. Arrestatemi”. La ragazza ha spiegato di aver aperto solo un anno e mezzo fa realizzando il sogno della sua vita: una piccola attività tutta sua. Per questa ragione non teme di essere arrestata e, in modo assolutamente pacifico e tranquillo, continuerà a servire i suoi clienti anche dopo l’orario consentito dal Decreto di Conte. Farà una sorta di “asporto” molto particolare: in pratica i clienti del New Diego Caffè dopo le 18 verranno serviti fuori dal locale in bicchieri di plastica e seduti su sedie opportunamente distanziate tra loro. Chiara ha precisato: “Questo bar è il sogno di una vita, ho aperto un anno e mezzo fa non me lo porteranno via ora. Se volete arrestatemi, tanto o mi arrestano oggi o domani perché non sarò in grado di pagare i debiti con le banche”. La ragazza, assolutamente contraria a qualunque forma di violenza come quelle avvenute a Napoli venerdì scorso dove sono stati aggrediti anche gli agenti, puntualizza che nel caso un nuovo Dpcm dovesse prevedere misure ancora più restrittive, lei è pronta ad incatenarsi fuori dal suo bar e a fare lo sciopero della fame.

Ma Chiara non è l’unica a sfidare le decisioni del Premier Conte. Anche a Brivio, in provincia di Lecco, i gestori del bar Quanto Basta hanno deciso di tenere alzata la saracinesca anche se solo simbolicamente. In pratica non faranno entrare i clienti né li serviranno fuori dal locale ma resteranno semplicemente aperti per manifestare il loro dissenso verso l’obbligo di chiusura anticipata. Baristi e ristoratori sono, infatti, una delle categorie maggiormente colpite dalle misure del nuovo Decreto. Non tutti hanno la forza di ribellarsi. Alcuni, purtroppo, sentendosi con le spalle al muro scelgono di farla finita, come accaduto a Lodi dove un uomo di 54 anni si è tolto la vita proprio all’interno del suo bar, aperto appena sei mesi fa. Le Forze dell’Ordine stanno ancora cercando di fare chiarezza sulle dinamiche e sulle motivazioni del gesto estremo dell’uomo ma in molti ipotizzano sia stato dettato dalla disperazione per le difficoltà economiche che potrebbero essere state ulteriormente amplia

Anche palestre e cinema si ribellano

Ma non sono solo ristoratori e baristi a ribellarsi al Dpcm. A Cesena il gestore della palestra Alfazone Lab, Fabrizio Borghetti, ha deciso di aprire ugualmente nonostante il divieto: “Ho deciso di rimanere aperto perché penso sia la cosa giusta da fare. Se nessuno si oppone a un decreto ingiusto, vuol dire che c’è una tacita accettazione, quindi è complicità“. Il signor Borghetti ha spiegato che l’afflusso dei clienti è stato regolare, come in tutti gli altri giorni precedenti al Dpcm. Ha puntualizzato che, pur sfidando il Dpcm, la sua palestra osserva scrupolosamente tutte le regole anti-Covid ai corsi si accede solo previa prenotazione e per un massimo di 10 persone opportunamente distanziate tra loro.

E, in un primo momento, anche il gestore di un cinema aveva deciso di disobbedire e restare aperto. Si tratta di Antonio Mosticchio, titolare del cinema «Multiplex Sala Fasano» di Taviano, in Salento. Lunedì mattina il signor Mosticchio aveva affisso all’ingresso un cartello con la scritta: “Io resto aperto”. Ma poi lo ha rimosso e ha preferito chiudere per evitare che, oltre a lui, venissero multati anche i suoi dipendenti.

 

 

 

 

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