Un pediatra lancia l’allarme: anche i bambini e i neonati ora sono a rischio. Non bisogna baciarli per non esporli al contagio.
I dati del Ministero della Salute in merito alla situazione di oggi ci informano che i casi totali – compresi attualmente positivi, morti e guariti – salgono di 24.991 unità e portano il totale a 589.766. Nelle ultime ventiquattro ore 205 morti che portano il numero complessivo delle vittime a 37.905. Da ieri sono stati eseguiti 198.952 tamponi.
Gli attualmente positivi sono 276.457. I dimessi e i guariti salgono a 275.404 registrando un incremento di 3416 unità. I pazienti ricoverati con sintomi salgono a 14.981, +1026 mentre nelle terapie intensive ci sono 1536 assistiti, +125.
Coronavirus: neonati a rischio
Se fino ad ora siamo stati abituati a considerare gli anziani la categoria più a rischio, la seconda ondata di Covid ribalta anche questa convinzione. Infatti Vincenzo Tipo, pediatra del Pronto Soccorso dell’Ospedale Santobono-Pausilipon, spiega che vi è un crescente numero di contagi tra i bambini da 0 a 15 anni. Il medico spiega che ogni giorno al Pronto Soccorso arrivano in media 4-5 bambini i quali, tuttavia, non mostrano sintomi particolarmente preoccupanti nella maggior parte dei casi. I sintomi più tipici nei bambini molto piccoli – da zero a 3 mesi – sono febbre, inappetenza, irritabilità, diarrea, tosse e lievi difficoltà respiratorie
Il dato più interessante – spiega il dottor Tipo – è che nel 50% dei casi le madri di questi bambini non sono infette. Pertanto i bambini vengono contagiati da estranei o, comunque, da persone diverse dalla madre: “Secondo noi il fenomeno è da ricercare nella cattiva abitudine di frequentare spesso ed insistentemente una casa dove c’è un neonato o un lattantino, di sbaciucchiarlo continuamente, di passarselo di braccia in braccia e di fare tutte quelle moine a noi tutti fin troppo note ma che ora sono da evitare”.
Il pediatra precisa che, per tutelare la salute dei più piccoli, è necessario adottare alcuni accorgimenti. Soluzioni che in tempi “normali” potrebbero sembrare assurde ed eccessive ma che ora – in fase emergenziale – si rendono necessarie. Il dottor Tipo raccomanda non solo di tenere i bambini in stanze della casa ben areate e poco frequentate e di limitare – meglio evitare – le visite di parenti, amici e conoscenti e di proibire loro di baciare e toccare i piccoli. Già questo sembrerebbe uno stravolgimento della normalità di una famiglia. Ma le misure precauzionali si spingono oltre: secondo il pediatra bisogna che anche il papà e gli eventuali fratelli o sorelle si avvicinino ai neonati solo indossando la mascherina.
Tuttavia, dai risultati di uno studio condotto in 9 ospedali pediatrici, che ha coinvolto 339 bambini asintomatici e 478 con sintomi, tutti di età compresa tra 0 e 17 anni è emerso che in questa fascia di età i bambini – o ragazzini – positivi al Covid ma asintomatici hanno una carica virale molto bassa. Pertanto potrebbero non rappresentare un pericolo all’interno, ad esempio, di un contesto scolastico. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Clinical Microbiology e coordinato da esperti della Harvard Medical School di Boston. Si tratta della più ampia ricerca mai fatta finora sulla carica virale di bambini positivi.
In tutti i casi analizzati è emerso che i bambini asintomatici presentavano una carica virale sempre inferiore a quella dei coetanei con sintomi. In parecchi casi, addirittura, la carica virale era talmente bassa che l’infezione non sarebbe stata scoperta con un test rapido, meno sensibile del tampone