Dal Premier Giuseppe Conte, al capo del Viminale Luciana Lamorgese fino al governatore della Campania Vincenzo De Luca: tutti dubitano della genuinità delle proteste avvenute a Napoli. E ipotizzano una manipolazione di carattere politico da parte di gruppi di estrema Destra.
La tensione sale in tutta Italia. Tutte le piazze sono pronte ad infiammarsi contro il nuovo Dpcm comunicato ieri dal premier Giuseppe Conte il quale prevede chiusure anticipate alle ore 18 per bar e ristoranti oltre a chiusure di palestre, piscine, cinema e teatri. Sacrifici necessari, secondo il Premier e il Governo, ma che rischiano di trasformare la disperazione in rabbia, se non arrivano aiuti economici immediati, come ha sottolineato il Dem Graziano Delrio. Eppure secondo molti esponenti politici, le proteste – deviate anche in atti violenti e vandalici – hanno poco a che fare con il malcontento e le difficoltà economiche. Il governatore della Campania Vincenzo De Luca, intervistato su Rai3, ha dichiarato: “Gli scontri di venerdì sera c’entrano ben poco con il malessere dei commercianti. I protagonisti sono tre: Camorra, antagonisti e neofascisti”. E, come ha recentemente sottolineato l’ex Ministro dell’Interno Marco Minniti, queste proteste stanno unendo anime politicamente molto distanti tra loro. E – a detta dell’ex capo del Viminale – siamo di fronte ad atti eversivi, abilmente manipolati da una certa parte politica che sta cavalcando il malcontento dei cittadini per farsi largo.
Insomma secondo il Governo in piazza non ci sarebbero ristoratori e commercianti in ginocchio e che si sentono messi al muro. Ma queste proteste sarebbero frutto di manipolazioni dall’alto: abili strumentalizzazioni il cui scopo è politico e che nulla avrebbe poi davvero a che fare con le difficoltà economiche in cui versano migliaia di cittadini. Per questo motivo il Ministro Luciana Lamorgese ha già promesso il pugno duro contro quanto accaduto a Napoli e ha sottolineato: “Si tratta di atti di violenza organizzati che nulla hanno a che vedere con le preoccupazioni degli imprenditori legati alla difficile situazione economica”. Anche il Presidente del Consiglio è di quest’avviso. Nella conferenza stampa di ieri per illustrare il nuovo decreto il Premier Giuseppe Conte ha chiarito la sua posizione su quanto accaduto a Napoli: “Ci mancherebbe, capisco le proteste. Ma bisogna stare attenti alle infiltrazioni: chiaramente ci sono dei gruppi, un po’ professionisti di disordini, che ne approfittano per infiltrarsi nelle proteste”.
Dopo Napoli – scesa in piazza venerdì scorso contro il coprifuoco e il lockdown preannunciato e poi ritrattato dal governatore Vincenzo De Luca – ora molte città italiane stanno organizzando manifestazioni. In particolare l’allerta massima ora è a Torino dove sono state indette ben due proteste: alle 20.30 in piazza Castello si riunirà la “protesta del popolo” contro “dittatura, coprifuoco e lockdown” e alle 21 una seconda manifestazione è stata convocata in piazza Vittorio Veneto. Nel capoluogo piemontese si prevede che, assieme a negozianti e ristoratori, scendano anche esponenti sia di ambienti anarchici sia di estrema Destra. Sulle pagine social si leggono messaggi di questo tipo: “Il tempo delle richieste è finito. Chi ci governa non ci ascolta. Ci dobbiamo riunire ed essere uniti contro questa dittatura”. Ma se, secondo il Governo il rischio viene da Destra, i fatti dicono che anche un centro sociale come quello di Askatasuma – riconducibile alla Sinistra – scrive: “Quella campana è stata una rivolta per non morire. A Napoli si è rotta l’ipocrisia dietro cui si nasconde l’incapacità di chi ci governa”. Il centro sociale – che nel 2013 prese parte alle manifestazioni dei Forconi – sta prendendo, dunque, posizioni nettamente differenti da quelle dei partiti di Centro Sinistra e, secondo alcuni, vorrebbe indirizzare verso “ragioni” più politiche gli obiettivi della protesta.
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