Dura condanna dell’ex Ministro dell’Interno Marco Minniti verso le proteste andate in scena venerdì scorso a Napoli.
Marco Minniti non ha dubbi: gli scontri avvenuti venerdì sera a Napoli, dopo l’annuncio del lockdown regionale – dopo ritrattato – del Presidente Vincenzo De Luca, rappresentano un “attacco eversivo“. Secondo l’ex Ministro dell’Interno, l’attacco di gruppi organizzati alle Forze dell’Ordine, già drammatico di per sé, viene aggravato in questo caso specifico dal fatto di essersi verificato “in una fase di emergenza estrema“, tanto da poter essere appellato soltanto con la definizione di “eversione“. Intervistato da Repubblica, Minniti si dice preoccupato per le prospettive che riguardano il Sud Italia, esposto al rischio di trasformarsi in una polveriera sociale. “Dobbiamo evitare assolutamente che le mafie cavalchino la tensione esistente” – attraverso una duplice strategia che da una parte alimenta il malcontento e dall’altra procede ad una progressiva opera di sostituzione delle istituzioni con la malavita, “che si fa, in maniera distorta, Stato“. L’ex Ministro sottolinea poi l’altissimo grado di rischio già in corso: “Penso che siamo molto vicini all’allarme rosso“.
Secondo Minniti, la varia composizione della piazza di Napoli, dove – probabilmente – erano presenti commercianti stremati, qualche pregiudicato, militanti dei centri sociali ma anche qualche elemento di estrema Destra, è caratterizzata in modo preoccupante proprio dalla collaborazione tra gruppi teoricamente distanti tra loro, se non addirittura contrapposti: “Sono le prove tecniche di quello che può diventare un disegno eversivo, proprio perché si incrocia con la rabbia sociale“. Il Dem insiste sulla necessità di risarcimenti immediati, ma sottolinea l’incoerenza dell’impianto normativo: “Il coprifuoco lo decide la Regione, ma il risarcimento lo deve dare lo Stato. E qui esplode la contraddizione“.
Contraddizioni che si sono manifestate in modo particolarmente marcato in occasione della seconda ondata di contagi, con i Governatori delle Regioni che sono andati, finora, in ordine sparso. Un elemento fortemente penalizzante per l’opera delle istituzioni, a giudizio di Minniti, che rilancia invece l’assoluta necessità di coesione “Statuale, sociale e territoriale” perché “l’Italia è un paese regionalista, non uno Stato federale“. In concreto, secondo l’ex Ministro, c’è bisogno di interventi mirati e calibrati sulle specifiche aree di applicazione – e in questo senso è fondamentale il protagonismo dei comuni e delle regioni, capaci di conoscere il territorio come è invece impossibile per il Governo centrale – ma che siano allo stesso tempo inseriti “in una solida cornice nazionale“. Azioni di segno diverso porterebbero a interventi contraddittori o inefficaci: qualcosa che l’Italia, in questo momento, non può davvero permettersi, “anche perché la rivolta di Napoli potrebbe ripetersi, o incendiare altre zone del Sud“.
Minniti punta l’attenzione sui fenomeni inerenti l’ordine pubblico, “che è di competenza esclusiva dello Stato nazionale“. In particolare, sottolinea che “Il ministro dell’Interno è ‘autorità nazionale di pubblica sicurezza’. Neanche il presidente del Consiglio ha questa prerogativa“. Ma, dal momento che l’ordine pubblico non può essere interpretato attraverso un’unica chiave di lettura, valida per tutte le vicende nazionali, è fondamentale “un’alleanza strategica tra lo Stato, le Regioni e i Comuni“. A questo proposito, l’ex capo del Viminale suggerisce la convocazione di una riunione del Comitato Nazionale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduta dal Ministro Luciana Lamorgese e con la partecipazione della Conferenza dei Presidenti di Regione e dell’Anci. Un fatto che non ha precedenti nella storia repubblicana, ma che Minniti ritiene utile perché “Se non si danno risposte straordinarie a situazioni straordinarie non ce la facciamo“.
Interpellato poi sulla possibilità che si arrivi ad un secondo lockdown, Minniti spiega di non ritenere percorribile questa strada, sottolineando la necessità di “uscire dall’alternativa del diavolo tra la tutela della salute e la tutela dell’economia“.
Infine, Minniti dedica una battuta anche alle dichiarazioni di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che pur condannando le violenze di Napoli avevano detto di poter comprendere la rabbia dei manifestanti: “Mi auguro che non ci sia nessuna sottovalutazione di quanto è accaduto“, attacca l’ex Ministro. “Nessuno strizzi l’occhio a questi delinquenti. C’è però bisogno di un luogo deciso formalmente che consenta una comune assunzione di responsabilità tra Maggioranza e Opposizione“, dice prima di invocare la costituzione di “una sorta di Consulta” all’interno della quale “i capigruppo di maggioranza e opposizione discutono tempestivamente delle scelte che devono essere fatte“.
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