Dopo la tradizionale diretta del venerdì, in cui il Presidente De Luca ha annunciato il ritorno al lockdown in Campania, un migliaio di persone ha inscenato una protesta che, arrivata davanti al palazzo della Regione, è sfociata in duri scontri con le forze dell’ordine.
La rivolta è stata quasi immediata, rapidissima. A poche ore dall’annuncio del Governatore Vincenzo De Luca di un nuovo, imminente, lockdown in Campania, circa un migliaio di persone, ritrovatesi in pieno centro storico, fanno rotta verso la sede della Regione. Tutto era iniziato qualche ora prima, nei vicoli intorno all’università Orientale, dove qualche centinaio di persone aveva bloccato anche la circolazione pedonale. Un’iniziativa nata da un tam tam social, che aveva portato diversi gruppi di persone, partiti da vari punti del centro della città, a darsi appuntamento a largo San Giovanni Maggiore e, appunto, nei pressi dell’università. In testa al corteo, due striscioni: “tu ci chiudi e tu ci paghi“, si leggeva sul primo. E poi “contro De Luca“.
Da piazza San Domenico, attraverso corso Umberto e piazza Municipio, il gruppo si ingrossa. E’ composto soprattutto da giovani. Alcuni indossano una maschera con il volto di De Luca, altri, al contrario, non hanno neanche la mascherina. Raggiunta via Santa Lucia, dove un cordone di poliziotti è già stato schierato a difesa del palazzo della Regione, la tensione cresce: si accende qualche fumogeno, volano delle bottiglie contro lo schieramento delle forze dell’ordine.
Dalla folla si alza un grido: “libertà, libertà“, e con il passare dei minuti il lancio di oggetti contro la polizia si fa più fitto. A questo punto, la risposta degli agenti arriva con il lancio di una serie di lacrimogeni e con delle cariche che puntano a far disperdere la folla di manifestanti. L’obiettivo, però, non viene raggiunto: la protesta si ricompatta e si dirige verso il lungomare, prima di tornare a farsi avanti nei pressi della Regione.
Dopo il primo scambio tra manifestanti e polizia, il clima si è fatto più teso. Cassonetti e campane per la raccolta del vetro vengono posti al centro della strada, a mo’ di barricate, e dati alle fiamme. Da un fronte all’altro volano pietre e bottiglie, oltre che lacrimogeni. Gli scontri proseguono a lungo, vanno avanti per qualche ora, poi, a notte inoltrata, torna la calma.
Un inizio complicato per il coprifuoco imposto da De Luca, che entrava in vigore ieri sera e che invece ha visto andare in scena una notte particolarmente movimentata nel capoluogo campano. Una protesta resa ancora più aspra dall’annuncio, fatto dal Governatore nel corso della sua abituale diretta social del venerdì, di un nuovo lockdown totale che riguarderà la regione a partire da lunedì.
Una diretta in cui, come ormai d’abitudine, De Luca ha lanciato attacchi un po’ da tutte le parti. Dopo aver mostrato un video – sulla cui data di realizzazione non possiamo avere certezze – di ragazzi che festeggiano su una spiaggia, definendo il comportamento una “irresponsabilità totale“, il Governatore è tornato all’attacco del Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, con cui si era già scontrato nei giorni scorsi e la cui presa di posizione sulle scuole – ritenute dalla responsabile dell’Istruzione “l’ultima cosa da chiudere“, viene bollata da De Luca come “di una banalità assoluta e di una irresponsabilità ancora più grave“. Non poteva mancare, sul personale banco degli imputati del Governatore, il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, definito “improbabile” e “tanghero“. Per chiarire definitivamente la propria posizione, De Luca ha spiegato che una situazione così complicata dev’essere affrontata “da uomini“, e aggiunto: “questa è una espressione che non si usa più e certamente non la userò per un ministro di questo governo“. Un esecutivo che per De Luca ha certamente la responsabilità di non affrontare la pandemia con misure più drastiche. Il Presidente della Regione non ha mancato di mostrare le sue – fin qui ignote – competenze di radiologia. E così, sventolando di fronte alle telecamere la tac ai polmoni di un paziente ricoverato in terapia intensiva, ha proceduto alla dettagliata spiegazione del quadro clinico.
Al di là delle uscite, per alcuni discutibili, del Presidente campano, i numeri della regione, forniti dallo stesso De Luca, non possono non preoccupare: 2280 positivi in un giorno su un totale di 15801 tamponi, per una percentuale superiore al 14%. La crescita della curva mette in affanno il sistema sanitario, che dispone, ora, di appena 24 posti residui nei reparti Covid e di 129 nelle terapie intensive. La tensione del Governatore è evidente, e ad aumentarla interviene il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che lo ha definito “fuori controllo“, ed ha invocato addirittura l’intervento del Governo.