Un incremento di ricoveri nelle terapie intensive potrebbe indurre il Governo a decidere per un secondo lockdown
Dipende dal Rt delle varie Regioni e dal numero di ricoverati in terapia intensiva l’arrivo o meno del tanto temuto secondo lockdown – che potrebbe non essere totale per evitare conseguenze disastrose sull’economia del paese – e di conseguenza dalla tenuta o meno della Sanità italiana. E le previsioni sono tutto tranne che rosee: secondo l’Istituto Superiore di Sanità, l’indicatore Rt che secondo l’Oms deve sempre essere inferiore ad 1 affinchè la situazione sia sotto controllo potrebbe raggiungere un picco di 1,5 e mantenere tale valore per intere settimane.
I posti in terapia intensiva, inoltre, potrebbero non bastare nel caso di un aumento esponenziale come quello che si è verificato nelle ultime settimane. Il 14 ottobre erano 539 le persone ricoverate nei reparti di terapia intensiva. Ad una settimana di distanza, sono ben 926, quasi il doppio. Secondo i medici, la soglia massima che gli ospedali possono reggere è 2.300 pazienti ricoverati contemporaneamente nei reparti per i casi più gravi, limite che rischia di essere raggiunto molto presto.
Ecco quindi affacciarsi l’ipotesi di un secondo lockdown per tutelare la Sanità che denuncia la mancanza di mezzi e fondi per intervenire efficacemente: il Ministro della salute Roberto Speranza ed il Ministro degli affari regionali Francesco Boccia stanno lavorando in queste ore per coordinare l’operato del Governo con quello dei governatori regionali delle aree più a rischio. In Europa, la situazione non è migliore.
Se in Italia la situazione appare decisamente drammatica, in Europa le cose non vanno meglio ed i governi corrono ai ripari: sono Gran Bretagna e Francia le nazioni che guidano la poco invidiabile classifica del maggior numero di casi nelle ultime 24 ore con più di 26.000 casi ciascuna. Anche la Germania che aveva arginato con successo la pandemia nella prima fase conta ben 7.595 nuovi casi.
Le misure adottate variano da stato a stato: il Governo di Madrid ad esempio sta preparando misure di coprifuoco simili a quelle utilizzate in Italia ma che riguardano l’intero paese. Anche in Repubblica Ceca, lockdown quasi totale e chiusura delle attività non essenziali fino al 3 novembre: nel paese, violente proteste hanno accolto la decisione del Governo di Praga. Anche la Polonia è sul punto di dichiarare l’intero territorio nazionale “Zona Rossa”.
Tra gli altri paesi più colpiti ci sono Belgio, Svizzera, Croazia, Romania e Bulgaria che contano tutti almeno 1.000 casi nelle ultime 24 ore: qui le misure variano dalla chiusura di alcune attività all’obbligo di mascherina anche all’aperto.
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