L’attore Alessandro Gassmann si ribella alla definizione di “radical chic” data di lui da Giorgia Meloni.
Alessandro Gassmann non è nuovo a nette prese di posizione politiche attraverso i propri canali social. In più occasioni, infatti, l’attore si è pronunciato su uno dei temi che maggiormente caratterizzano il dibattito pubblico nel nostro Paese: quello dei migranti. E, in ogni occasione, Gassmann ha preso parola per sottolineare il diritto di ogni essere umano a cercare per sè le migliori condizioni di vita possibili, anche a costo di lasciare il proprio Paese di origine. Una posizione che gli è costata il marchio di “radical chic” affibbiatogli dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Gassmann, però, non ci sta: “Mi dà fastidio e parecchio: perché i radical chic non piacciono nemmeno a me! Vorrei precisare che ho comprato un appartamento in Bassa Maremma dopo 37 anni di lavoro, non una villa con piscina e non a Capalbio. Non frequento Capalbio. Lì incontrerei molta gente che mi sta proprio sulle scatole“, spiega l’attore.
Da sempre accompagnato dallo stereotipo del privilegiato, anche alla luce della discendenza dal grande Vittorio, Gassmann, spiega di aver trascorso un’adolescenza normale, certamente non da ricco e, ricorda con un pizzico di orgoglio, “con fidanzata al Tufello“, quartiere romano che, per chi come l’attore veniva dal Rione Trieste, era probabilmente percepito come una borgata. Negli ultimi mesi, Gassmann ha lavorato alla realizzazione di Io ti cercherò, fiction Rai in onda in queste settimane, e la lavorazione della serie lo ha portato a girare in una Roma lontana dalla vetrine luccicanti del centro. Una parte di città difficile, dove la vita si guadagna giorno dopo giorno: “Prenestino e Ostia, nelle strade dei tossici, tra topi e sentieri sterrati, abbandono e disperazione, dove lo Stato non c’è… c’era invece un capitone, sì, un capitone che a un certo punto è spuntato da un buco nel muro, scappato da un allevamento, ci hanno detto!” – racconta Gassman. “Se vivessi lì sarei molto incavolato anch’io e per difendere la mia famiglia comincerei anche a fare cose… non condivisibili“. Un discorso, quello delle difficili condizioni di vita di migliaia e migliaia di persone, in cui inevitabilmente si inseriscono anche i fenomeni migratori, che aggiungono la disperazione di chi arriva a quella di chi, in quei quartieri, ci è nato e cresciuto. Secondo Gasman, “La cattiva accoglienza pesa tantissimo, ma non c’è nessuna invasione. E non dobbiamo fare l’errore della Francia con le banlieue, non dobbiamo spostare la polvere sotto i tappeti“. Il riferimento, chiaramente, è a quella tendenza di abbandonare tutti quei quartieri che al contrario avrebbero bisogno di una maggiore attenzione, magari trasformandoli in ghetti per i migranti. L’unica alternativa, spiega l’attore, è dare a loro e ai loro figli un senso di accoglienza: “Le seconde generazioni possono aiutarci, sentendosi italiane. Noi abbiamo in vigore norme razziste“.
Fondamentale, ad esempio, sarebbe secondo Gassmann procedere rapidamente verso una nuova legge che regoli l’acquisizione della cittadinanza italiana. La divisione tra italiani e non, di fronte a ragazzi nati e cresciuti qui, rischia di complicare ulteriormente una situazione già oggi di difficile gestione. Il Centrosinistra affrontò fiaccamente la questione negli ultimi mesi della scorsa legislatura, salvo poi abbandonare il tema per questioni di equilibri parlamentari oltreché per il timore di perdere le imminenti elezioni politiche. Cosa che, tra l’altro, avvenne puntualmente qualche mese dopo. Sul tema, Gassmann è molto chiaro: “La Sinistra non c’è più in questo Paese! Il PD non lo considero un partito di sinistra: è di centro“. Nonostante ci siano, tra le file dei Dem, persone che godano della sua stima, l’attore spiega chiaramente che non darebbe mai il suo voto al partito. Alla guida del Pd, Gassmann vedrebbe bene la vicepresidente dell’Emilia Romagna Elly Schlein, che definisce colta e preparata anche se – nelle dinamiche interne al PD – “conta come il due di picche, purtroppo“.
Sulla sua visione politica, l’attore spiega di essere teoricamente un socialista, pur se privo di una rappresentanza tra i partiti, e rimpiange l’assenza, in Italia, di una forza politica ambientalista come i Verdi tedeschi. “I Cinque Stelle almeno all’inizio avevano una base ambientalista molto evidente, ma poi l’hanno persa per strada“, dice ancora. Ma il vero nemico politico di Gassman si conferma Matteo Salvini. Molto diverso da Giorgia Meloni, cui l’attore riconosce una certa coerenza, anche se agli antipodi dalle sue opinioni, il leader leghista è visto come “un personaggio generato dalla confusione di questi tempi”. Non stupisce, quindi, che secondo Gassman i Decreti sicurezza, recentemente modificati dal Governo, abbiano rappresentato “una legge vergognosa“, che avrebbe meritato un intervento molto più netto in fase di revisione.