In questi mesi abbiamo imparato che, oltre al numero di contagi quotidiani, va costantemente monitorato il livello di riempimento dei reparti di terapia intensiva. Vediamo quindi la situazione regione per regione, mentre il ritardo sulla creazione di nuovi posti letto diventa sempre più preoccupante.
La grande impennata nel numero dei contagi registrata negli ultimi giorni, con il record di ieri ad oltre 10 mila nuovi positivi – torna a far preoccupare per la tenuta del nostro sistema sanitario. Nel corso della scorsa primavera, infatti, fu evidente a tutti che la rete ospedaliera nazionale non era in grado di fronteggiare un’emergenza della portata di quella che stiamo vivendo ormai da mesi. Per questa ragione fu deciso un intervento volto ad aumentare sensibilmente i posti di terapia intensiva disponibili sul territorio. Il decreto rilancio, in questo senso, aveva previsto la creazione di 3.553 nuove postazioni di t.i., che avrebbero dovuto portare il totale nazionale a quota 8.732. Eppure, ad oggi, soltanto il 30% di questi nuovi posti è stato realizzato e reso operativo, con un grave ritardo rispetto alle necessità cui stiamo velocemente andando incontro. Gli ultimi dati disponibili, aggiornati al 9 ottobre, parlano di un totale di 6.458 postazioni utilizzabili.
Intanto, però, il virus corre e l’allerta per il livello di saturazione delle terapie intensive torna ad essere alta soprattutto in dieci regioni: Campania, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Abruzzo. E’ qui che, come riporta SkyTg24, la probabilità di superare la soglia del 30% di posti in terapia intensiva occupati da pazienti Covid è definita “da alta a massima” dal Ministero della Salute.
Campania, Umbria e Marche
La situazione più preoccupante riguarda la Campania, dove rispetto ai 14 letti ogni 100 mila abitanti previsti come soglia di sicurezza dal Governo, sono disponibili appena 7,3 posti. A questo si aggiunge il fatto che, a fronte di una media nazionale di saturazione dei reparti che si aggira intorno al 10%, in Campania la percentuale sale fino al 15%.
Non molto diversa è la situazione in Umbria, dove i posti in terapia intensiva sono 7,9 ogni 100 mila abitanti – con un livello di saturazione del 17,1% – e Marche, ferme a quota 8,3 letti, ma con una situazione meno allarmante per quel che riguarda l’attuale livello di disponibilità: in questo momento è infatti occupato da pazienti covid il7% dei letti totali.
Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna
Prima dell’emergenza Covid, i posti in terapia intensiva in Lombardia erano 861. Il decreto rilancio ha previsto la creazione di 585 nuove postazioni, ma il ritardo nei lavori è drammaticamente evidente, tanto che le terapie intensive ad oggi disponibili sono 983, appena 122 in più rispetto alla scorsa primavera. Il tasso di saturazione, per ora, rimane gestibile: 7,3%.
La Liguria, con 209 posti attualmente disponibili si avvicina alla soglia di sicurezza, arrivando ad una media di 13,4 terapie intensive ogni 100 mila abitanti. Meno rassicurante, invece, è il tasso attuale di saturazione, che raggiunge il 12,4%.
In Emilia Romagna i posti letto, in base al decreto rilancio, dovevano salire da 449 a 646, ma in questo momento quelli disponibili sono soltanto 516, pari a 11,5 letti ogni 100 mila abitanti. I pazienti Covid che sono attualmente ricoverati in terapia intensiva impegnano ad oggi il 9,4% dei posti disponibili.
Toscana, Lazio e Puglia
Sono 415 i posti in terapia intensiva disponibili in Toscana, 41 in più rispetto all’inizio dell’emergenza. Per completare il piano previsto dal decreto rilancio, però, ne mancano ancora più di 150. La media attuale parla di 11,1 letti ogni 100 mila abitanti, con un livello di saturazione pari all’11%.
Nel Lazio, prima dell’emergenza, erano disponibili 571 letti. Ad oggi, dei 282 previsti, sono stati realizzati 176 nuovi posti in terapia intensiva, pari ad una media ndi 12,7 ogni 100 mila abitanti. Il tasso di saturazione è del 12%.
In Puglia, invece, l’incremento di posti disponibili è stato, finora, di 62 unità per un totale attuale che raggiunge i 366 letti. La soglia di sicurezza, però, rimane pericolosamente lontana, visto che la media regionale è pari a 9 posti ogni 100 mila abitanti. Incoraggiante, invece il tasso di saturazione, che si attesta in questo momento al 7,1%.
Abruzzo, Valle d’Aosta e Trentino
Decisamente inferiore alle previsioni l’incremento di posti realizzato finora in Abruzzo. Dei 66 posti aggiuntivi stabiliti, sono stati realizzati appena 10, per un totale di 133 letti. La media è di 10 terapie intensive ogni 100 mila abitanti, con il 7,5% dei posti attualmente occupati da pazienti Covid.
La Valle d’Aosta, anche per via della piccole dimensioni, è invece riuscita a realizzare tutti i nuovi posti previsti dal decreto rilancio, facendo registrareun raddoppio nelle terapie intensive disponibili: da 10 a 20. La soglia di sicurezza, qui, è ampiamente superata, con 15,9 posti ogni 100 mila abitanti.
Il Trentino è quasi a metà dell’opera di incremento prevista: ai 32 posti disponibili prima della pandemia, dovrebbero aggiungersi altri 46 letti. Attualmente, ne sono stati realizzati 19, per un totale di 51. La media è inferiore alla soglia di sicurezza – 9,4 ogni 100 mila abitanti – ma, ad oggi, nessun posto letto in terapia intensiva è occupato da pazienti Covid.
Piemonte, Veneto e Friuli Venezia – Giulia
Dai 327 posti disponibili prima dell’emergenza, in Piemonte si è passati ad un totale di 367. Un incremento davvero piccolo, a fronte di una previsione di 299 posti aggiuntivi, inserita nel decreto rilancio. I posti disponibili sono in media 8,4 ogni 100 mila abitanti, il tasso di saturazione è del 10,8%.
Il Veneto, come la Val d’Aosta, riesce invece ad attestarsi al di sopra della soglia di sicurezza prevista dal Governo. Con i suoi 825 posti in terapia intensiva – prima della pandemia il totale era di 494 – raggiunge una media di 16,8 ogni 100 mila abitanti, riuscendo a tenere sotto controllo il livello di saturazione che si attesta ad oggi al 4,8%
Dai 120 posti disponibili prima dell’emergenza, il Friuli Venezia Giulia è passato alla cifra attuale di 175, completando l’incremento previsto di 55 letti. Anche qui la soglia di sicurezza è garantita, con una media di 14,4 posti ogni 100 mila abitanti ed un tasso di saturazione del 6,2%.
Molise, Basilicata e Calabria
L’incremento di 4 posti realizzato in Molise in seguito al decreto rilancio porta i letti totali a quota 34, 10 in meno di quanti erano previsti. La media è di 11,1 letti ogni 100 mila abitanti, ma a livello regionale non si registrano casi di pazienti Covid in terapia intensiva.
Stessa situazione per la Basilicata, che ha realizzato 24 nuovi posti di terapia intensiva – su 32 previsti – arrivando ad un totale di 73. La media ogni 100 mila abitanti è di 12,9 letti.
In Calabria, dai 146 letti pre – emergenza si è passati a 152. Appena 6 nuove postazioni a fronte di una previsione di 134. Ad oggi, i posti disponibili sono 10,5 ogni 100 mila abitanti, con un tasso di saturazione fortunatamente basso: 1,9%.
Sicilia e Sardegna
In Sicilia i posti letto in terapia intensiva pre-Covid erano 418. Il decreto rilancio aveva previsto la realizzazione di altri 301 letti, di cui sono già operativi 120, per un totale di 528 postazioni ed una media di 10,7 letti ogni 100 mila abitanti. Le 52 persone ricoverate in terapia intensiva a causa del coronavirus rappresentano quindi il 9,6% dei posti disponibili.
Dai 134 letti precedenti all’emergenza, in Sardegna si è passati a quota 175, un incremento di 41 posti su un totale previsto di 101. La media è di 10,6 letti ogni 100 mila abitanti, il tasso di saturazione del 16%.
Lorenzo Palmisciano
Fonte: TPI, SkyTg24