Coprifuoco, chiusura per palestre e parrucchieri: in arrivo il nuovo Dpcm e l’Italia torna indietro

Tra la giornata di oggi e quella di domani è prevista l’approvazione da parte del Governo di un nuovo dpcm che dovrebbe imporre, oltre alla chiusura forzata di numerose attività, un coprifuoco alle ore 22 su tutto il territorio nazionale.

E’ previsto per le prossime ore, con ogni probabilità entro lunedì, il varo del nuovo dpcm, contenente ulteriori restrizioni volte a contrastare la diffusione del coronavirus. Secondo Fanpage, il Governo starebbe lavorando ad un provvedimento – in seguito al grande aumento dei contagi registrato negli ultimi giorni – finalizzato a scongiurare la necessità di adottare, magari nelle prossime settimane misure ancora più restrittive: “Dobbiamo evitare il lockdown, non dico che è meno pericolosa l’ondata, ma che abbiamo lavorato“, ha affermato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Dobbiamo affrontare questa ondata con strategia diversa e nuova, che non prevede più il lockdown“.

Una forte accelerata in direzione del nuovo decreto si è avuta nella giornata di ieri, quando ancor prima della diffusione dei dati che parlano, per la prima volta in Italia, di un numero di contagi superiore a quota 10 mila, era stato il capo delegazione del Partito Democratico Dario Franceschini a chiedere al Premier una riunione per “decidere senza indugio nuove misure nazionali per contenere il contagio, ovviamente d’intesa con le Regioni“. L’Esecutivo punta quindi a licenziare il nuovo testo a stretto giro di posta, anche se – come sottolinea La Repubblica – il Ministro della Salute Roberto Speranza predica calma e sangue freddo: è meglio impiegare un paio di giorni in più per arrivare ad un intervento mirato e netto, piuttosto che varare in fretta e furia un nuovo provvedimento intermedio, come quello di pochi giorni fa.

La grande novità prevista per questo nuovo dpcm dovrebbe riguardare l’inserimento di un coprifuoco, sul modello della misura adottata a partire da oggi in 9 grandi città francesi per volontà del Presidente Emmanuel Macron. Fine di qualsiasi attività prevista quindi per le 22, orario oltre il quale tutta la popolazione dovrà fare tassativamente rientro a casa, e chiusura anticipata per bar e ristoranti su tutto il territorio nazionale. Un intervento che punta ad intervenire drasticamente sulla movida e sulla circolazione delle persone negli orari serali e notturni, in modo da evitare assembramenti di fronte ai locali, oltre che nelle strade e nelle piazze.

Altro obiettivo del decreto sarà il ritorno massiccio all’utilizzo dello smart working, anche se rimane da chiarire in quale percentuale e soprattutto in quali modalità questa misura verrà imposta dal Governo.

Oltre alla stretta sulla movida, novità in vista anche per palestre, parrucchieri, estetisti, centri estetici, cinema e teatri: tutte categorie per le quali sarà prevista la chiusura anche se – probabilmente – soltanto in quelle Regioni in cui l’indice di contagio è particolarmente alto. Non dovrebbe invece rientrare nel decreto la chiusura delle scuole, nonostante la raccomandazione del Comitato Tecnico Scientifico che suggerisce l’adozione della didattica a distanza soprattutto per gli istituti superiori.

Sul tema, però, la discussione all’interno del Governo è aperta. La viceministra dell’Istruzione, Anna Ascani, ha spiegato che la sospensione delle lezioni è ritenuta l’extrema ratio: prima di arrivare a tanto si farà ricorso agli orari flessibili, con un’alternanza delle lezioni tra mattina e pomeriggio, soprattutto nelle grandi città, al fine di scaglionare gli ingressi a scuola e diluire la presenza degli studenti sui mezzi pubblici. “A giugno abbiamo approvato insieme alle Regioni e agli Enti Locali un piano scuola 2020/21 validato dal Cts, che consente massima flessibilità negli orari e nell’utilizzo della Didattica a Distanza alle superiori“, ha sottolineato Ascani. “Durante l’estate dirigenti, docenti e personale amministrativo hanno lavorato duramente per consentire a studentesse e studenti di rientrare in presenza e in sicurezza. E la scuola, soprattutto grazie a loro, è ripartita e sta resistendo“.

Secondo le indiscrezioni fin qui trapelate, però, il Governo sarebbe già a lavoro anche su una serie di misure da adottare nelle prossime settimane, qualora quelle fin qui elencate non si mostrassero in grado di contrastare l’ondata di contagi. In quel caso, potrebbero scattare dei veri e propri lockdown, magari limitati ai fine settimana. E tra le ipotesi di scuola analizzate dall’Esecutivo ci sarebbe anche il ritorno ad una chiusura generalizzata e continuativa: una prospettiva che scatterebbe qualora nel nostro paese si arrivasse alla quota di 30 mila nuovi contagi quotidiani. Flavio Tonelli, professore di Simulazione dei sistemi complessi all’Università di Genova, ha realizzato un modello secondo il quale questa soglia potrebbe essere raggiunta nel nostro paese tra il 20 novembre ed il 15 dicembre, in assenza di contromisure in grado di far registrare una qualche inversione di tendenza.

Conte, intervenuto al Festival di Limes in corso a Genova, ha ricordato il grande impegno profuso a livello internazionale per arrivare il più rapidamente possibile alla diffusione di un vaccino che possa dare quel contributo decisivo – ed indispensabile – al contrasto del Covid: “L’Unione europea sta finanziando le più importanti ricerche ed è in condizione di potersi garantire varie centinaia di milioni di vaccini. È stato un investimento ad ampio spettro, alcuni gruppi prospettano esiti per fine novembre o dicembre, potremmo avere molto presto 200 o 300 milioni di vaccini. Saremo in grado di inondare i nostri sistemi di vaccini e ci siamo premurati anche di procurarli per i paesi più fragili“.

In attesa del vaccino, però, le contromisure che il Governo adotta ricordano sempre più da vicino quel lockdown che fermò quasi completamente il nostro paese durante la scorsa primavera. Gli interventi dell’ultimo dpcm – chiusura dei locali a mezzanotte e obbligo di indossare le mascherine anche all’aperto – sono stati ritenuti insufficienti, tanto da spingere l’Esecutivo ad intervenire nuovamente a pochi giorni di distanza dall’entrata in vigore del precedente decreto.

Lorenzo Palmisciano

Fonte: Fanpage, La Repubblica

 

Gestione cookie