Tempi duri per la Lega di Matteo Salvini in Europa: 26 partiti su 27 non la vogliono come alleata. Non si esclude un cambio di guardia imminente.
La decisione del leader della Lega di Matteo Salvini di restare – al Parlamento europeo – insieme a Marine Le Pen nel gruppo sovranista di Identità e Democrazia, a molti è sembrata una scelta non voluta. Ma anzi: forzata. Al momento – spiega la Repubblica – sembra che a Strasburgo nessuno sia pronto a offrirgli un approdo alla Lega a meno di una radicale inversione di rotta verso una strada ben più moderata di quella tenuta fino ad ora. Il ché potrebbe includere anche un cambio di guardia all’interno del Carroccio: Salvini dovrebbe mollare il timone per cederlo a qualcuno disposto ad accettare l’euro e a benedire l’Unione europea. Pena restare in un angolo. Quell’angolo in cui, a ben vedere, la Lega è già da inizio legislatura, cioè da giugno 2019: messa all’angolo da un cordone sanitario che ha impedito ai suoi componenti di incassare qualsiasi carica all’Eurocamera o di influenzare alcuna decisione dell’Aula.
Ma ad oggi sembra difficile per il Carroccio, sotto l’egida salviniana, riuscire a farsi spazio all’interno del Partito popolare europeo: sono 26 sui 27 totali i partiti a non volerla. L’unico favorevole a “imbarcare” il partito di Matteo Salvini sarebbe Fidesz, la creatura politica di Viktor Orbàn la quale tuttavia non conta un granché visto che è stata sospesa dai Popolari a tempo indeterminato a causa delle – a loro dire – politiche xenofobe e della soppressione dello stato di diritto a Budapest . I vertici del Ppe, a microfoni spenti, hanno ammesso: “La Lega per entrare con noi dovrebbe abiurare le sue attuali posizioni, giurare fedeltà all’Europa, dirsi europeista e pro euro”. E i più ostili ad un’eventuale apertura alla Lega è la Cdu di Angela Merkel, partito egemone tra i popolari, a loro volta prima famiglia politica a Strasburgo e in Europa.