Lo Stato si prepara a rientrare nell’Ilva e promette una “svolta green”. Si prevedono lunghe trattative con ArcelorMittal.
Lo Stato si prepara a fare il suo ingresso nell’ ex Ilva. Le trattative per l’ingresso di Invitalia, la società di cui Domenico Arcuri è Amministratore Delegato, nel capitale di ArcelorMittal Italia procedono in maniera serrata e – riferisce il Corriere della Sera – potrebbero concludersi a breve. La trattativa per decidere le condizioni dell’ingresso del pubblico dovrà concludersi entro il 30 novembre.Se entro quella data non si sarà trovato un accordo sulle modalità dell’ingresso di Invitalia, il colosso franco-indiano potrà tirarsi indietro pagando una penale di 500 milioni di euro.
L’ipotesi che più scotta ora sul piatto è quella dell’ingresso di Invitalia in maggioranza. La trattative si stanno concentrando proprio su questo: il ritorno dello Stato da primo azionista e ArcelorMittal relegata alla mera gestione industriale. Il percorso sembra in salita per non una ma almeno tre ragioni. In prima istanza Invitalia non vuole correre il rischio di trovarsi spiazzata nel caso in cui, tra qualche anno, ArcelorMittal decidesse di tirarsi indietro. Secondo punto: ArcelorMittal, oggi in affitto, nel 2018 si era impegnata ad acquisire gli stabilimenti pagando 1,8 miliardi di euro. Ma oggi l’ Ilva vale molto meno e Invitalia vuole entrare con una quota parametrata ai valori attuali e non a quelli del 2018. Infine, il terzo elemento che potrebbe far andare per le lunghe trattativa, è il deterioramento dei rapporti tra la multinazionale franco-indiana e lo Stato italiano. I rapporti erano andati via via peggiorando anche in seguito al mancato pagamento dell’affitto degli ultimi mesi da parte di ArcelorMittal su cui però – riferisce il Corriere di Taranto – si è recentemente raggiunto un accordo. In pratica lo scorso 4 marzo- dopo l’accordo sottoscritto che pose fine al contenzioso giudiziario scoppiato nel novembre 2019 – ad ArcelorMittal venne dimezzato l’affitto degli stabilimenti ex Ilva: da 45 milioni di euro a trimestre si passò a 22,5. Ma ArcelorMittal non versò mai la somma pattuita. Ora si è raggiunto un accordo in base al quale il colosso straniero dovrebbe pagare subito il 50% del canone complessivo più un’altra rata che andrebbe a saldare un’altra parte del canone. A questi punti sembra difficile pensare che ArcelorMittal decida di abbandonare Taranto, nonostante la “svolta green” di cui il Governo giallorosso parla da tempo. Di fatto ora la multinazionale franco-indiana si trova in una posizione di forza su tutti i tavoli di trattativa
Ma, nonostante l’accordo sul pagamento delle rate dell’affitto, i motivi che creerebbero dissapori tra lo Stato e il colosso franco-indiano, non mancano tuttavia. Infatti non sarebbe piaciuto a Palazzo Chigi l’ingresso di Lucia Morselli nel Comitato di Amministrazione di Atlantia, società con cui il Governo sta cercando di dirimere un difficile contenzioso sulla questione Autostrade. Nella trattativa tra lo Stato e ArcelorMittal ricopre un certo peso anche la questione del Ponte sullo Stretto. Qualora l’ipotesi della costruzione diventasse realtà verrebbero garantiti anni di lavoro all’acciaieria di Taranto. In tutto questo marasma, per il momento, i sindacati sono rimasti a guardare: il problema degli esuberi, per ora, è fuori da ogni discussione. Quella è una partita che non è nemmeno ancora iniziata.
Appena due giorni fa il Premier Giuseppe Conte – dopo quasi un anno – è tornato a visitare l’Ilva a Taranto. Durante le dichiarazioni rilasciate ai cronisti, il Presidente del Consiglio, ha avuto uno scontro con un giornalista il quale – riporta AlaNews – gli ha chiesto come mai lo Stato non abbia deciso di cacciare definitivamente ArcelorMittal che, a sua detta, “uccide”. “Quali decisioni incisive riguardo l’inquinamento? Riguardo il mostro ArcelorMittal che uccide?Perché non cacciate ArcelorMittal?“, ha chiesto il cronista. Al ché il Premier ha risposto: “La sua non è una domanda ma una tesi accusatrice. E io anche in una giornata così pesante ho trovato il tempo per incontrare le delegazioni di ArcelorMittal e delle famiglie tarantine”. La diatriba è proseguita e il primo ministro ha chiesto al giornalista di avere rispetto. Quest’ultimo, senza esitazione ha risposto: “Io rispetto gli ammalati di cancro. Non ha risposto ai genitori dei bambini né alla Associazioni. Ogni settimana le mandano una lettera e lei non risponde”. Nonostante Conte abbia tentato di spiegare che il governo sta cercando di trattare anche per una “svolta green” dell’Ilva, il giornalista ha proseguito restando fermo sulle sue poszioni e asserendo che l’unica soluzione è chiudere l’acciaieria.
Samanta Airoldi
Fonte: Corriere della Sera, AlaNews, Corriere di Taranto