Per lo scrittore premio Strega Antonio Pennacchi, non c’è dubbio: dopo che il leader della Lega Matteo Salvini è andato a Terracina, hanno dovuto mettere “tutta la provincia in quarantena”.
Per lo scrittore premio Strega Antonio Pennacchi, non c’è dubbio: dopo che il leader della Lega Matteo Salvini è andato a Terracina, hanno dovuto mettere “tutta la provincia in quarantena”. In un’intervista a Repubblica, lo scrittore pontino ha affermato, tra il provocatorio e il serio: “Qui pare che l’ira di Dio col Covid è arrivata da quando è venuto Salvini a Terracina”, ha detto, ricordando che la mattina a Formello aveva detto di stare male, “che il dottore gli aveva detto di stare a casa e che invece lui era andato ugualmente”. E così, da quando è andato, prosegue Pennacchi, “è successo l’ira di Dio. Poi si è infettata tutta la provincia”, ha concluso, dicendo di non sapere se c’è un nesso di causalità tra una cosa e l’altra. Fatto sta che il “cluster Terracina” c’è. Tant’è che la Regione Lazio ha determinato un mini lockdown per la provincia di Latina, dove la stretta è arrivata per far fronte all’impennata dei contagi e tra le nuove misure anti-Covid ci sono la chiusura anticipata di pub, bar e ristoranti a mezzanotte. Sulle misure prese, Pennacchi non è sicuro che siano necessarie, ma “tiene paura”. Ricorda bene gli Anni ’50 e anche l’epidemia asiatica, che fece allora trentamila morti e contagiò 22 milioni di italiani. Allora, nell’agro pontino come in tutta Italia non si chiuse niente, e “e chi si doveva morire moriva”.
Ma il ricordo di Pennacchi sembra non aver fatto colpo ai presenti – circa 300 persone – al ristorante “Il Tordo”, che il 25 settembre si sono radunate per chiudere la campagna elettorale del candidato leghista a Terracina, Valentino Giuliani. Dove tanti relatori, incluso lo stesso Salvini, si sono passati il microfono di mano in mano. E dopo l’allarme, sono arrivati i positivi, facendo sì che l’evento leghista diventasse un vero e proprio focolaio. Oltre all’organizzatore dell’evento si è contagiato il coordinatore regionale della Lega nel Lazio, il deputato del Francesco Zicchieri. A confermarlo, il “doppio tampone”. E due giorni fa, informa Fanpage, altri due esponenti della Lega sono risultati contagiati. Si tratta di un consigliere comunale e un candidato che non è stato eletto. Le autorità sanitarie locali sono molto preoccupate e temono che il numero dei positivi sia destinato a crescere. Sulla vicenda, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti non ha voluto entrare in polemiche, ma ha voluto fare un nuovo appello alla politica a “dare il buon esempio“. Coincidenza o no, la Provincia di Latina è proprio la prima in Italia a dover affrontare un mini lockdown, che finirà solo a fine ottobre, quando il nuovo Dpcm sarà stato approvato, e potrebbe stringere ancora di più le misure di contenimento sul territorio nazionale.
Fonte: Rapubblica, Fanpage
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