Dopo le chiusure anticipate ai ristoranti, il PD propone di triplicare l’Imu ai negozi sfitti

Dal Partito Democratico arriva la proposta di triplicare l’Imu per i locali ad uso commerciale. Un’iniziativa che già sta facendo discutere.

Tempi duri per commercianti e ristoratori. I mesi di lockdown hanno “distrutto” – economicamente parlando – molti piccoli imprenditori che campavano da anni grazie a piccole botteghe di quartiere o attività ristorative di famiglia. Alcuni, dopo la chiusura forzata di tutto il Paese causa emergenza Covid, hanno riaperto ma con enorme fatica. Altri non ce l’hanno fatta e hanno lasciato giù la saracinesca. Ora, dopo la paventata – ma ancora non attuata e non inserita nel Dpcm di ottobre – proposta di far chiudere in anticipo ristoranti e bar, una nuova iniziativa fa tremare i proprietari di immobili ad uso commerciale. Questa volta nulla a che vedere con la pandemia di Coronavirus. Si tratta di tutt’altro: un aumento vertiginoso dell’Imu. La proposta – riferisce Il Giornale – arriva dal Partito Democratico di Nicola Zingaretti. I Dem, in pratica, vorrebbero triplicare l’Imu per i negozi sfitti da più di 12 mesi. La proposta farebbe parte di un disegno di legge per la tutela del decoro urbano. All’articolo 11 del disegno di legge firmato dagli esponenti del Partito Democratico si legge che i comuni, dopo aver mappato e censito – come avviene ogni anno – gli immobili commerciali e artigianali, localizzati nei centri urbani e storici, potranno aumentare fino a tre volte l’Imu per quelli inutilizzati da più di dodici mesi. Secondo i Dem tale inutilizzo comporterebbe un danno all’immagine delle città in quanto contribuirebbe al “degrado urbano“. Tuttavia, sempre nel decreto a firma PD, si legge che tale aumento verrà sospeso a fronte di un riutilizzo, anche temporaneo, dell’immobile. Mentre cesserà del tutto qualora il proprietario del locale commerciale – che magari ha lasciato il negozio sfitto per mesi proprio perché non è riuscito a trovare qualcuno che paghi regolarmente l’affitto – stipulerà un contratto di locazione o di utilizzo a titolo gratuito della durata di almeno tre anni. In pratica si tornerà a pagare l’Imu “normale” se si accetterà di perdere gli introiti derivanti dall’affitto di un proprio locale. Questa misura potrebbe davvero dare il colpo di grazia ad un gran numero di cittadini.

Un’iniziativa che ha un sapore assai simile a quella di giugno, quando – riportava la Repubblica – il Partito Democratico insieme a Leu avevano proposto un emendamento al decreto Rilancio per prorogare fino 31 dicembre la sospensione degli sfratti per i locali sia ad uso abitativo sia ad uso commerciale. Tale emendamento fu definito dal presidente Confedilizia, Giorgio Spaziani Testaun insulto al diritto di proprietà“.

Samanta Airoldi

Fonte: Il Giornale, Repubblica

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