A Monza un insegnante di sessant’anni è accusato di atti sessuali con minori dopo che la sua relazione clandestina con una studentessa sedicenne è stata scoperta dalla dirigente dell’istituto tecnico di Lissone.
Come spiega Il Corriere della Sera, il docente, a un anno di distanza dai fatti, è stato rinviato a giudizio dal tribunale di Monza, che ha così accolto la richiesta formulata dal pm Vincenzo Fiorillo. L’accusa nei confronti dell’insegnante è di “atti sessuali con minori con l’abuso dei poteri derivanti dalla sua posizione“. A questo si aggiunge l’ipotesi che l’uomo abbia manomesso il registro elettronico della classe, con la finalità di poter insabbiare le scappatelle proibite.
A sua difesa, l’insegnante afferma di essersi innamorato della studentessa, dicendosi addirittura pronto a costruire un futuro assieme alla ragazza e intenzionato a dimostrare le sue intenzioni di fronte ai giudici. Il processo dovrebbe iniziare nei prossimi mesi, probabilmente a metà dicembre, mentre da quanto è emerso la relazione tra i due sarebbe andata avanti per mesi, a partire dall’aprile del 2019.
La ragazza ha infatti raccontato che è a quel periodo che risalgono i primi “sguardi interessati” rivolti a lei dal professore, cui avrebbero fatto seguito, come spiega Il Fatto Quotidiano, una serie di messaggi, inviati al numero di cellulare della ragazza, via via sempre più espliciti. Il docente, però, avrebbe sempre invitato la studentessa a cancellare tutti i messaggi ricevuti, per non correre rischi. Dopo qualche momento di intimità avvenuto all’interno dell’istituto, i due si sarebbero incontrati al di fuori della scuola e in un immobile di proprietà dell’uomo avrebbero consumato un rapporto sessuale completo.
La ragazza, al di là di qualche fugace confidenza con un’amica, non aveva mai rivelato a nessuno la relazione con l’insegnante. A far scattare l’intervento della Procura, quindi, è stata la segnalazione immediatamente inoltrata dalla dirigente scolastica, non appena entrata in possesso dello scatto rubato nella toilette dell’istituto. L’insegnante, ora, intende difendersi in aula dalle accuse ed ha affidato la propria difesa all’avvocato Simone Vismara, che ha definito l’accusato pronto al processo “perché sosteniamo che non c’è stata alcuna forma di abuso da parte del mio assistito“. Questo perchè l’uomo “non ha fatto valere in alcun modo il suo ruolo di insegnante“. Al contrario, secondo il legale, l’insegnante – sposato e padre di famiglia – “provava un sentimento sincero nei confronti della ragazza»”, al punto da arrivare a parlarne anche con la moglie. La donna, per questo, sarà chiamata a testimoniare durante il processo.
Vismara ha poi precisato che l’accusa inizialmente formulata nei confronti dell’insegnante era di violenza, riqualificata poi in atti sessuali con minori. La ragione del cambio di capo d’imputazione è legata al fatto che la ragazza, giudicata dall’accusa succube dell’uomo, in un primo momento non era neppure intenzionata a sporgere denuncia nei suoi confronti. Naturalmente anche lei parteciperà al processo, con il sostegno dell’avvocato Eleonra Panzeri.
Lorenzo Palmisciano
Fonte: Il Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano
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