Il Premier Giuseppe Conte torna a parlare di cassa integrazione e dell’aumento dello stipendio del presidente dell’Inps Pasquale Tridico.
“Lo stipendio di Pasquale Tridico è adeguato ma ora si metta a lavorare pure di notte per assicurare la cassa integrazione“. Queste – riferisce la Repubblica – le parole del Premier Giuseppe Conte a margine dell’incontro con il presidente della Confederazione svizzera Simonetta Sommaruga. Il primo ministro che, in un primo momento, aveva asserito di non sapere nulla in merito allo stipendio del numero uno dell’Inps – passato da 62mila euro lordi all’anno a 150mila in seguito ad un decreto interministeriale che ha visto coinvolti i ministri del lavoro, Nunzia Catalfo, e dell’Economia, Roberto Gualtieri – ora dichiara di aver approfondito la questione e di trovare l’adeguamento salariale perfettamente in linea con il ruolo ricoperto da Tridico: “Il presidente dell’Inps prendeva emolumenti molto inferiori rispetto al precedente. Se guardate le tabelle comparative, ancor oggi risulta in linea o inferiore a quelli dei vertici di istituti paragonabili”.
Ciò che, infatti, anche l’Opposizione contesta non è l’aumento dello stipendio quanto il fatto che migliaia di persone ancora siano in attesa della cassa integrazione dalla scorsa primavera. Problema che anche il Premier Conte riconosce: “Su questo tutti coloro che hanno un ruolo, io per primo, dobbiamo lavorare giorno e notte”. E riguardo alla situazione economica nazionale in generale, il Presidente del Consiglio, a seguito del vertice tenutosi questa mattina con il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e i capi-delegazione Alfonso Bonafede e Dario Franceschini, si mostra realisticamente positivo: “Il calo del pil è molto pesante. Ma l’anno prossimo dovremmo crescere molto”.
E in effetti gli italiani che ancora aspettano la cassa integrazione sono davvero moltissimi, circa mezzo milione secondo le stime del presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, Guglielmo Loy. Loy – riporta il Corriere della Sera – ha spiegato: “Le domande con causale Covid ancora da lavorare sono 226.792. Ma il numero di lavoratori è superiore perché ogni pratica può riguardare più teste. In tutto potrebbero sfiorare mezzo milione”. Inoltre Loy precisa che i 30mila di cui, qualche giorno fa, parlava Tridico sono gli italiani che non hanno preso ancora un solo euro. Ma a questi vanno aggiunti tutti quei lavoratori che, fino ad ora, hanno ricevuto soltanto la prima tranche del sussidio e sono in attesa del resto.
Samanta Airoldi
Fonte: Repubblica, Corriere della Sera