Giuseppe Conte non rinnoverà la quota 100. Ad essere riformato sarà invece il sistema per ottenere il reddito di cittadinanza date le molte truffe ad esso collegate.
L’intervento del premier Giuseppe Conte presso il festival dell’economia di Trento lascia ben pochi interrogativi sul rinnovamento della cosidetta Quota 100 che sarà abolita,o almeno rivista, in favore di una riforma del Reddito di Cittadinanza. Introdotto dall’esecutivo precedente, formato da Cinque Stelle e Lega, il provvedimento noto come Quota 100 consentiva un accesso anticipato al pensionamento per il lavoratore con almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi versati – ricorda Fanpage. Per Conte, non è una misura che merita un rinnovo: “Si tratta di una misura di durata triennale che doveva risolvere temporaneamente una situazione di disagio sociale. Non è all’ordine del giorno un rinnovo di misure di questo genere”, ha dichiarato il premier, aprendo ad una riforma del sistema pensionistico.
Il provvedimento scadrà a fine 2021: a quel punto, Conte dovrà necessariamente intervenire sul sistema pensionistico, considerando una priorità la tutela di chi fatica di più a continuare a lavorare ad oltre 60 anni: “Dobbiamo riunirci e decidere cosa fare. La priorità è stilare una lista di lavori usuranti: un professore universitario potrebbe voler lavorare fino a 70 anni, ad esempio, mentre chi fa un lavoro fisico molto pesante dovrebbe accedere al pensionamento in anticipo”, ha dichiarato in merito il capo del governo. Una delle ipotesi al vaglio – riporta Qui Finanza – è la possibilità di un accesso alla pensione intorno ai 63-64 anni con 38-39 anni di contributi versati alle spalle. Un simile provvedimento potrebbe entrare in vigore dal 2022.
Nuovo impulso al Reddito di Cittadinanza
Conte ha poi rivolto la sua attenzione al Reddito di Cittadinanza, una delle misure a suo parere più efficaci per la tutela dei cittadini che presenta però dei grossi problemi da risolvere, tra truffe e persone che non trovano un impiego: “Si tratta di un provvedimento molto utile per tutelare i cittadini anche se la sua efficienza è limitata da tanti problemi sociali che affliggono il paese”, ha detto il premier rivolgendosi probabilmente ai tanti casi di persone che hanno richiesto il reddito senza averne diritto. Uno dei casi più eclatanti è sicuramente quello dei fratelli Bianchi, coinvolti nel pestaggio di Colleferro, che avrebbero – secondo le indagini – richiesto il reddito pur vivendo in condizioni economiche molto agiate solo per condurre una vita ancora più lussuosa. Conte promette di rendere questo strumento più efficace: “Entro i primi mesi del 2021 dobbiamo fare in modo che questo strumento di tutela del cittadino venga migliorato e che possa essere collegato ad un ingresso facilitato nel mondo del lavoro”, afferma il politico. Alla luce di queste affermazioni, l’abolizione della Quota 100 potrebbe essere un modo da parte del premier Conte per recuperare denaro da investire per modificare il provvedimento.
Anche il Reddito di Cittadinanza, ammortizzatore sociale che – ricorda Il Post – è stato fortemente voluta dai Cinque Stelle per combattere la povertà, ha un termine di scadenza per le prime 410.000 famiglie che hanno fatto richiesta di tale aiuto economico: infatti, il 30 settembre è il termine ultimo per l’erogazione dopo la quale si può chiedere una proroga di 18 mesi ma solo con un mese di interruzione nel mezzo.
Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio statistico dell’INPS, aggiornati allo scorso 8 settembre, nel 2020 hanno percepito almeno una mensilità di Reddito di Cittadinanza 1 milione e 248mila nuclei familiari, per un totale di circa 3 milioni e 165mila persone, con un assegno mensile medio di 570 euro.
Alla luce delle ultime dichiarazioni del premier, è evidente che il Governo preferirebbe creare – riporta Open – un maggior collegamento tra concessione del reddito e occupazione dei cittadini: il limite più grande del sistema di concessione dell’aiuto economico è il fatto che non tutti i richiedenti risultano poi idonei per un posto di lavoro: di 2,2 milioni di persone che hanno fatto richiesta del reddito, solo 704.000 sono “occupabili” e di queste appena 28.000 hanno effettivamente trovato un occupazione: “Una soluzione sarebbe la costituzione di un equipe di specialisti che collaborino in tutte le regioni per assicurarsi che chi percepisce il reddito di cittadinanza trovi lavoro: deve diventare impossibile continuare a percepire il reddito per troppo tempo”, conclude il premier.
Manfredi Falcetta
Fonte: INPS, QuiFinanza, Ope, Fanpage