Il premier Giuseppe Conte ed il ministro degli Esteri Luigi Di Maio dispongono accertamenti su Pasquale Tridico. Eppure, entrambi hanno approvato la decisione.
La vicenda dell’aumento di stipendio retroattivo al presidente dell’Inps Pasquale Tridico sta imbarazzando molto il governo, retto dal premier Giuseppe Conte che ha disposto accertamenti per chiarire l’iter che ha portato a tale decisione: eppure, secondo le ultime informazioni che emergono, il presidente del consiglio fu informato direttamente della decisione che riguarda direttamente anche il ministro degli esteri Luigi Di Maio. Ufficialmente, il premier ha dichiarato – ricorda Repubblica – di essere all’oscuro della faccenda e di voler procedere con degli accertamenti prima di pronunciarsi: “Non sono informato sul caso. Lasciatemi il tempo di condurre alcuni accertamenti, solo allora potrò dire cosa è successo”, le dichiarazioni del Capo del Governo. Parole in linea con quelle pronunciate dal ministro pentastellato che afferma – ricorda Open – di non sapere nulla sulla faccenda che riguarda Tridico benchè il suo partito lo abbia sempre sostenuto: “Chiederò dei chiarimenti che spero arriveranno nelle prossime ore”, le sue dichiarazioni.
Tuttavia, appare alquanto improbabile che Conte e Di Maio non fossero informati sull’aumento del compenso destinato a Tridico: il premier infatti ricevette a giugno del 2019 una lettera per conoscenza che lo informava dell’aumento da 62mila euro a 150mila euro annui per il presidente dell’Inps, fatto che ha causato un grande scandalo viste le condizioni in cui versano tanti lavoratori a cui i soldi dall’istituzione sono arrivati con grande ritardo durante il lockdown. Non solo: ad approvare questo provvedimento fu proprio il governo giallo-verde, in cui Di Maio adempiva al ruolo di Ministro del Lavoro, carica direttamente coinvolta nella decisione. Inoltre, una direttiva risalente al 9 gennaio 2001 stabilisce chiaramente che le riunioni propedeutiche alla modifica dello stipendio del personale lavorativo di Cda ed Inps deve necessariamente tenersi sotto l’egidia di Palazzo Chigi
Il Dipartimento per il Coordinamento Amministrativo di Palazzo Chigi, stando ai documenti, si riunì tramite videoconferenza il 16 giugno 2020 in un incontro presieduto dal capo dell’organismo istituzionale Maria Barilà. Dunque, almeno i collaboratori più stretti del premier erano necessariamente al corrente della decisione di aumentare lo stipendio del presidente dell’Inps. L’iter che ha portato Tridico a rivestire questa carica è però iniziato il 14 marzo 2019, quando al governo c’erano Lega e Cinque Stelle che, non trovando un accordo sulla persona a cui affidare la presidenza dell’Inps, uscirono dall’impasse proprio grazie alla proposta del Ministro del Lavoro – gestito per l’appunto da Di Maio – che fece per primo il nome di Pasquale Tridico. I compensi però vennero sbloccati solo il 7 agosto 2020, data in cui al Governo era ormai salito Giuseppe Conte, dopo la caduta del precedente schieramento di maggioranza.
Una vicenda, dunque, che mette in una posizione molto difficile sia il Capo del Governo che il suo Ministro degli Esteri che pur promettendo ulteriori indagini ed accertamenti sulla faccenda, sembrano essere tra i diretti responsabili di quanto accaduto a meno che i loro collaboratori più stretti non abbiano operato a loro insaputa: anche in questo caso però, il Governo non farebbe una grande figura. Nel frattempo, Tridico dice la sua: “Non ci sono motivi per cui dovrei lasciare il mio ruolo: non c’è niente da chiarire, io non mi dimetto”, le sue ultime dichiarazioni alla stampa.
Manfredi Falcetta
Fonte: Open, La Repubblica