Forse il duplice omicidio di Lecce è ad un punto di svolta dopo gli indizi che il killer ha lasciato, suo malgrado, dopo la folle mattanza che è costata la vita a Daniele De Santis ed Eleonora Manta. Intanto è arrivato il momento delle esequie, separate, per le due vittime.
Trenta coltellate, forse di più, ha dovuto patire Eleonora Manta davanti alla furia omicida di qualcuno che conosceva bene e che presto, si spera, sapremo chi era. Si parla di 60 coltellate inferte complessivamente a lei a al fidanzato, Daniele De Santis, in quella che sembrava una tranquilla serata di settembre a Lecce. E invece no. Una porta si apre, alle 9 di sera, e pochi istanti dopo inizia la mattanza. Così repentina che Eleonora ha avuto appena il tempo di gridare “Andrea” e non si capisce se era una richiesta di aiuto rivolta al vicino di casa o il nome del suo carnefice. Certo è durato pochi istanti, tanto che se anche fosse stata una richiesta di soccorso nessuno è riuscito a comprendere, dopo aver sentito, e ad agire per tentare qualcosa.
Ora, a pochi giorni da quel 21 settembre, il corpo di Eleonora è stato restituito ai familiari e di lei resta il ricordo e un corpo straziato, ricomposto nell’abito da sposa che era della madre e avrebbe voluto indossare il giorno del proprio matrimonio. La ragazza se ne va così, chiusa in una bara bianca come l’abito che indossa, davanti ad una comunità annichilita. Tra i presenti ci sono amici, colleghi dell’Inps di Brindisi dove dal luglio dello scorso anno Eleonora lavorava. Sembrava che la vita potesse procedere tranquilla, solo pochi giorni fa. I funerali sono svolti nella piazza di Seclì, poco distante da Lecce, paese di origine della 30enne, dove abita la madre Rossanna e altri familiari. Tutto il paese, in lutto, era lì: saracinesche abbassate, dolore e molta compostezza. Seclì era il borgo che la ragazza aveva lasciato proprio il giorno del delitto, per trasferirsi nell’appartamento di via Mondello, a Lecce, da poco ristrutturato. E proprio quel giorno Eleonora era tornata al lavoro, a Brindisi, dopo un lungo periodo di smart working. Molte coincidenze, dettagli probabilmente noti a qualcuno che conosceva la sua vita, e ha deciso di porvi fine.
Sul feretro bianco è stata deposta una corona di rose gialle, probabilmente fiori e colori preferiti: un ultimo gesto di riguardo quando ormai non si può fare nient’altro, o quasi. La cerimonia funebre è stata officiata dal parroco don Antonio Bruno. E’ assente don Antonio Musca, parente di Eleonora, che avrebbe dovuto concelebrare, perchè un malore lo ha sopraffatto poco prima. “Non ci sarà sulla terra un posto per nasconderti. I fantasmi di Daniele ed Eleonora ti perseguiteranno per sempre” ha detto don Antonio durante l’omelia.
Il funerale di Daniele si è celebrato a Lecce, 30 chilometri di distanza. Una distanza che colpisce per due ragazzi morti insieme e che insieme avrebbero voluto vivere. Ma ci si attendeva molta folla, per entrambe le esequie e le misure di prevenzione dell’epidemia hanno indotto le famiglie ad un saluto disgiunto. Parole non meno dure verso l’assassino sono state pronunciate da Monsignor Michele Seccia, vescovo di Lecce “Non avrà pace, colui che ha compiuto questo gesto se non ammetterà le sue responsabilità. Che il colpevole si ravveda, l’unica cosa che chiedo“.
Fonte: Ansa, Adnkronos, Quotidiano di Puglia
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