Secondo Pier Luigi Bersani l’assenza dello Ius Soli è una vergogna, ma per Conte non va nell’agenda di governo.
L’assenza dello Ius Soli e dei diritti per i bambini nati in Italia da genitori immigrati è di nuovo al centro del dibattito politico. A farla tornare sotto le luci della ribalta è il caso Suarez, il calciatore che avrebbe ottenuto il passaporto italiano truffando l’esame di lingua. E per questo il tema torna anche nei salotti televisivi della politica. Pier Luigi Bersani, presidente del movimento politico Articolo Uno, durante la trasmissione televisiva PiazzaPulita, su La7, ha usato parole molto dure riguardo la mancanza di interesse del Partito Democratico alla questione della cittadinanza.
“Sono il primo a dire che è una vergogna dell’Italia questa della cittadinanza. È una cosa di cui dobbiamo vergognarci”, ha detto in diretta l’ex segretario del PD. Di fronte alla polemica, il conduttore Corrado Formigli ha incalzato: “Guardi che lo Ius Soli lo aveva promesso Zingaretti (Nicola, attuale segretario dei dem, ndr)”. E per tutta risposta Bersani ha esplicitamente affermato che il tema non è prioritario per tutti i componenti del partito. “Anche nel PD ci sono state e ci sono delle posizioni del tipo: ‘non è una priorità’. Questa è una vergogna, punto e basta. Cerchiamo di venirne fuori, Cinque stelle, Pd, io, tutti quanti”, ha chiosato il politico.
Non è della stessa idea il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che in un punto stampa a margine del Welfare Index pmi 2021, pochi giorni fa ha detto rispondendo a una domanda di Fanpage: “Se il governo inserirà lo ius soli e lo ius culturae nell’agenda di governo? Ci rifletteremo. Non possiamo rincorrere la reazione emotiva suggerita dal singolo caso”. Il “singolo caso” è proprio la vicenda di Suarez.
Durante lo stesso intervento di PiazzaPulita, Bersani ha anche fatto riferimento al cambiamento di direzione avvenuto nel Movimento 5 stelle nel passaggio dal governo Conte I, con la Lega, al Conte II, con il PD. “Io faccio il mio dovere. E il mio dovere, da sinistra, davanti a un movimento nei suoi gruppi dirigenti e anche nel suo elettorato ancora relativamente informe, che può prendere pieghe diverse, è cercare di lavorare per portare queste sensibilità su un terreno democratico”, ha spiegato. In altre parole, secondo Bersani anche i pentastellati possono condurre battaglie ritenute giuste dal Centrosinistra, basterebbe indirizzarli. “Tant’è vero – continua – che le cose che le cose che dividono sono tutte cose nate col governo gialloverde. Quando un movimento è ancora informe è molto importante stargli vicino. È vero o no che dal governo gialloverde a oggi per esempio su un punto dirimente, che si chiama Europa, i Cinque stelle hanno cambiato posizione?”. In questo caso Bersani fa riferimento al cambio di atteggiamento dei grillini nei confronti delle politiche europee. Altamente scettici durante il governo gialloverde, ora Conte e il M5s parlano di cooperazione e solidarietà tra gli stati europei. Altri punti che dividono Pd e M5s sono i Decreti Sicurezza voluti da Matteo Salvini, leader della Lega, durante il governo gialloverde. Firmati dai pentastellati, i dem vorrebbero abolirli.
Fonte: La7 – Fanpage