Il Cardinale Becciu ha preso 300 mila euro dall’obolo di San Pietro e li ha dati al fratello

Pesanti accuse per dirottamento di denaro gravano sul Cardinale Angelo Becciu. Papa Francesco lo invita a dimettersi ma il religioso difende il suo operato.

 

Accuse molto pesanti quelle che pendono sul capo di uno dei più fedeli e solerti collaboratori del Papa degli ultimi anni, il Cardinale Angelo Becciu: il religioso è stato infatti accusato di aver prelevato soldi dai fondi della Cei e dell’Obolo di San Pietro per dirottarli presso imprese familiari. Tre i finanziamenti “incriminati”: il primo – ricorda Il Fatto Quotidiano – risale a settembre 2013 quando una cifra pari a 300.000 euro sarebbe stata destinata al fratello del Cardinale, Tonino Becciu che gestisce una cooperativa Spes di beneficenza in Sardegna. Nel 2015, un nuovo finanziamento di altri 300.000 per rimediare ad un incendio che danneggiò la struttura. Infine, 100.000 euro a fondo perduto nel 2018 per l’approntamento di strutture di accoglienza per migranti. Il fatto che la cooperativa finanziata con un tale schieramento di fondi appartenga al fratello del Cardinale Becciu ha subito scatenato sospetti e, probabilmente per evitare uno scandalo, il religioso è stato invitato a dimettersi dalle sue responsabilità all’interno del Conclave.

Monsignor Becciu tuttavia si difende, affermando di essere rimasto incredulo quando Papa Francesco in persona – che si è espresso più volte duramente in merito al rapporto tra Chiesa e denaro – lo ha convocato per comunicargli la sua decisione: “E’ stato un colpo durissimo per me, mai mi sarei aspettato un trattamento così severo dopo anni ed anni di onorato servizio alla Chiesa di Roma”, ha raccontato Becciu, intervistato sull’accaduto. Il religioso è infatti uno degli uomini più importanti al servizio del Vaticano fin dai tempi di Papa Benedetto XVI ed è sempre stato un convinto sostenitore di Papa Francesco – riferisce HuffPost. Le dimissioni di un Cardinale dai suoi poteri speciali fanno si che, in caso di un nuovo Conclave, esso non abbia la possibilità di voto attivo ne passivo. Una punizione molto severa.

Ma il Cardinale Becciu non ci sta a rassegnarsi a queste accuse senza aver diritto ad una difesa e ha raccontato la sua versione dei fatti, chiedendo alla Chiesa la possibilità di scagionarsi. Il prelato si giustifica così: “Ho dato 200 mila euro a mio fratello. Che male c’è?Ho detto al Papa: ma perché mi fai questo? Davanti a tutto il mondo poi?” E aggiunge: “Nel dare soldi a mio fratello. non vedo reati”. Denaro quindi dirottato in modo completamente legittimo e senza malizia, secondo il Cardinale che aggiunge: “E’ vero che ho raccomandato la cooperativa di mio fratello e forse ho peccato di troppo amore per lui. Ma quei soldi erano necessari per aiutare i bisognosi, non vedo dove il male nelle mie azioni”. Il Cardinale ha annunciato che è pronto a presentare una querela verso L’Espresso, reo di aver riportato “Falsità assolute” sulla vicenda e si dice comunque pronto a difendersi nelle sedi appropriate qualora dovesse fronteggiare una denuncia di qualsiasi tipo in merito ai finanziamenti.

Becciu si è rivolto ad una ditta del fratello anche tra il 2009 ed il 2011, anni trascorsi a Cuba, per ammodernare la nunziatura: “Mi sono rivolto alla prima persona che conoscevo del settore. Il lavoro è stato impeccabile, tanto che il mio successore ha richiamato mio fratello quando si è trasferito in Egitto. Non ho mai rubato un solo euro e posso provarlo: lo farò se mi sarà data l’opportunità di difendermi”, conclude Becciu.

Manfredi Falcetta

Fonte: Il Fatto Quotidiano, Huffington Post

Gestione cookie