Nonostante le brutte esperienze del passato, Romano Prodi sembra avere già aperto la sua corsa personale al Quirinale.
Manca un anno e mezzo all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica, ma i movimenti nascosti per preparare la corsa dei diversi possibili candidati sono già iniziati. E nella lista dei papabili – spiega Il Giornale – torna ad essere inserito il nome di Romano Prodi, convinto a riprovarci al netto delle smentite di rito, piovute negli ultimi anni. “C’è un Paese da cambiare e che non va deluso. In fila ai seggi ho visto la speranza, una partecipazione forte, un’Italia che si fida“, dice convinto. Per questo motivo “serve un grande progetto di rinascita morale, servono decisioni di respiro“. Insomma, non esattamente le parole di chi guarda dall’esterno, magari con distacco, le vicende della politica. Al contrario, quello di Prodi sembra il discorso di chi abbia bene in mente cosa fare.
Certo, alla scadenza del mandato di Sergio Mattarella manca ancora molto, e un tempo così lungo, nel frullatore della politica, può partorire movimenti inaspettati e cambiamenti radicali. Ma è un fatto che il voto di questa settimana abbia allontanato l’ipotesi di elezioni anticipate, rendendo molto più verosimile l’ipotesi che possa essere questo parlamento, probabilmente con questa stessa maggioranza, ad eleggere il prossimo Capo dello Stato. E se così fosse, Prodi sarebbe uno dei nomi naturalmente in ballo: da una parte il Pd, di cui è fondatore e padre nobile, dall’altra quel Movimento 5 Stelle che anche alla sua prima esperienza in Parlamento nel 2013, prima della rielezione di Giorgio Napolitano, aveva inserito il nome dell’ex Premier tra i suoi possibili candidati.
Proprio quell’elezione solleva cattivi ricordi nel Professore: l’acclamazione del partito per la sua candidatura, il rientro frettoloso dall’Africa, dove si trovava, per accettare l’investitura e, all’atterraggio, la brutta sorpresa. I famosi 101 franchi tiratori che gli sbarrarono la strada del Quirinale.
A sette anni di distanza, lo scenario è completamente diverso. Il PD, all’epoca movimentato dalla scalata impetuosa del rampante Renzi, ha vissuto due scissioni e sembra più compatto, mentre i rivoluzionari grillini dell’epoca hanno lasciato il campo al più moderato Movimento di Governo degli ultimi anni. E se davvero l’elezione fosse affidata alle attuali Camere, Prodi potrebbe farcela. Uno scenario che verrebbe probabilmente spazzato via nel caso in cui, al contrario, la legislatura si chiudesse in anticipo e toccasse alle nuove camere – ridotte nel numero dei parlamentari per effetto della riforma costituzionale e, stando ai sondaggi, quasi svuotate dei rappresentanti 5 Stelle – eleggere il Presidente.
Certo, Prodi non è l’unico giocatore seduto al tavolo di questa partita. Anzi, la lista è lunga e ricca di nomi altisonanti. C’è chi giurerebbe, ad esempio, che il Premier Giuseppe Conte sogni il salto sul Colle, nonostante l’apertura ad un secondo mandato per l’attuale Presidente Mattarella. Senza dimenticare Mario Draghi, nome ricorrente nella politica italiana e che potrebbe concorrere tanto per la Presidenza della Repubblica quanto per la guida di un nuovo Governo.
A questi, come riporta Il Foglio, si aggiungono altri importanti personaggi: dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini, fino al Comissario europeo Paolo Gentiloni, passando per Pier Ferdinando Casini e Walter Veltroni. Tutti nomi che, a vario titolo, potrebbero incontrare il favore dell’attuale maggioranza giallorossa. Sul fronte opposto, invece, potrebbe avere qualche carta da giocarsi la attuale seconda carica dello Stato, la Presidente del Senato Elisabetta Casellati. Insomma, la strada per il Quirinale è lunga e i candidati – silenziosamente – in corsa non mancano.
Lorenzo Palmisciano
Fonte: Il Giornale, Il Foglio