La protagonista del film che ha dato nome al suo locale, “La Locanda di Miranda”, è stata condannata a due anni e due mesi di reclusione per il fallimento della società che gestiva il suo ristorante.
Guai seri per l’attrice lanciata da Tinto Brass. La protagonista del bellissimo film Miranda, che nel 2013 aveva voluto rendere omaggio al suo personaggio di indimenticabile sensualità aprendo il ristorante “La Locanda di Miranda”, è finita molto male. E proprio a causa del ristorante di Borgo San Giuliano che, purtroppo, Serena Grandi ha gestito malissimo, mandandolo in bancarotta. I problemi al locale dell’ex icona sexy sono cominciati nel 2014, ma solo ieri il Tribunale di Rimini ha determinato la condanna per l’attrice. E la sentenza è pesante: Serena Grandi è stata condannata a due anni e due mesi di reclusione per il fallimento della società “Donna serena srl”, che aveva gestito per un periodo la sua Locanda. E la bancarotta non è l’unico capo d’accusa. Sull’attrice pesano anche le accuse per non aver tenuto le scritture contabili per la gestione del ristorante, che è una documentazione obbligatoria per legge. E anche per aver distratto una parte dei beni strumentali usati presso lo stesso ristorante. Ma i due anni e due mesi di carcere non è l’unica condanna inflitta alla ex musa di Tinto Brass, alla quale sono state applicate le pene accessorie tra cui l’inabilitazione all’esercizio di un’impresa commerciale.
L’attrice aveva più volte respinto le accuse, anche nel corso di interviste tv. Ma la condanna la mette definitivamente in cattive acque. Già dal 2014, quando è nata l’inchiesta, i dipendenti del ristorante accusavano Grandi di non pagare gli stipendi. Un’accusa gravissima che era solo l’inizio di una vicenda che ha portato il ristorante a chiudere i battenti, e poi ha determinato il fallimento della società che lo gestiva. Un brutto finale per l’attrice che ne “La Grande bellezza” aveva ritrovato la popolarità.
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