Lamenta un malessere, l’infermiera che l’assiste costretta a divincolarsi e fuggire

Accade a Cuneo: un uomo si è recato in ospedale per un malore ma la situazione è degenerata dentro l’ascensore.

 

La storia ha dell’incredibile. E la vittima, ancora una volta, è una donna. Un uomo di 44 anni – riporta La Stampa – sabato sera si è recato al Pronto Soccorso dell’ospedale Santa Croce di Cuneo per un malore ma una volta in ascensore ha cercato di abusare dell’operatrice sanitaria che lo stava assistendo. L’uomo si chiama Mohammed Hassan, è un cittadino somalo, regolarmente residente in Italia, nel Cuneese. L’operatrice sanitaria lo stava accompagnando in un altro reparto per fare una radiografia e capire l’origine del malessere accusato. Ma le intenzioni del “presunto malato” evidentemente erano altre. Infatti una volta rimasto solo con la donna chiusi dentro l’ascensore, si è alzato dalla barella, ha provato a palpeggiarla e ad immobilizzarla. L’operatrice sanitaria è fortunatamente riuscita a divincolarsi e a fuggire. Una volta fuori dall’ascensore ha urlato per dare l’allarme. Sul posto è accorsa una pattuglia del Nucleo Radiomobile dei carabinieri che ha fermato il 44enne che, al momento, si trova in stato di fermo presso il carcere di Cerialdo con l’accusa di violenza sessuale.

Purtroppo sono mese in cui le violenze sessuali sono all’ordine del giorno o quasi. A fine agosto una ragazza polacca di 34 anni è stata aggredita alle spalle e poi stuprata nel centro di Milano – in piazza Gae Aulenti – mentre rincasava dopo una serata trascorsa con gli amici in Corso Como. Ancora non è stato arrestato lo stupratore. Mentre più recente è il caso della donna picchiata e violentata per diverse ore di fila dal suo compagno dentro la loro roulotte e, per di più, additata dai giudici che hanno abbassato la pena dell’aguzzino in quanto – a loro avviso – “è stata la condotta della donna ad esasperarlo. Lui è un uomo mite“. Durante i mesi di lockdown si è registrata una crescita del fenomeno della violenza sulle donne, o quantomeno delle richieste di aiuto da parte delle vittime. Il Fatto Quotidiano – nel riportare i dati dell’Istituto di Statitistica Istat – spiega che durante i mesi di blocco dell’Italia, le telefonate ai numeri antiviolenza sono aumentate del 73% rispetto allo stesso periodo del 2019. La crescita più evidente si è registrata in due Regioni: Toscana e Lazio. Non si può dire – secondo l’Istat – se l’aumento di richieste di aiuto sia legato ad un’effettiva crescita degli episodi di violenza o ad una maggiore consapevolezza delle vittime che decidono di non restare più in silenzio a subire.

Samanta Airoldi

Fonte: La Stampa, Il Fatto Quotidiano

Gestione cookie