Sull’ omicidio-suicidio del piccolo Andrea Baima Poma ucciso dal padre, interviene ora la nonna paterna.
Per uccidere il figlio, suo padre ha atteso che si fosse addormentato e gli ha sparato un colpo di pistola al cuore. Sono passati pochissimi giorni dal caso di omicidio-suicidio Baima Poma avvenuto a Rivara. Claudio, operaio torinese di 47 anni, ha tolto la vita al figlio di 11 anni Andrea sparandogli con una pistola detenuta illegalmente e poi si è suicidato. Un caso, per molti versi, simile a quello di Viviana Parisi, la dj messinese ritrovata morta nei pressi di Caronia ad agosto la quale, affetta da depressione, si era allontanata da casa portando con sé il figlio di appena 4 anni, Gioele, ritrovato anche lui morto alcuni giorni dopo. Anche Claudio Baima Poma, da quanto emerso dal suo ultimo post su Facebook la notte in cui ha compiuto il gesto, sembra soffrisse di depressione. Si era lasciato con la madre di Andrea – Iris Pezzetti – da circa 1 anno e mezzo dopo 12 anni di vita insieme e forse non riusciva a darsi pace per la fine della loro storia. Ma nessuno, neppure la ex compagna Iris, nutriva il minimo sospetto su Claudio. La donna – che pure ha definito l’ex un “vigliacco” – ha dichiarato che l’uomo era legatissimo al figlio e mai avrebbe potuto pensare che gli avrebbe fatto del male. Al punto che proprio lei aveva deciso di restare a vivere vicino all’ex compagno anche dopo la separazione in modo che padre e figlio potessero continuare a vedersi frequentemente. “Pensavo che al massimo avrebbe potuto fare del male a me. ma mai ad Andrea“.
Sulla vicenda ora interviene anche la nonna del piccolo Andrea, la mamma di Claudio. La signora Fernanda Baima Poma – riporta Fanpage – ha dichiarato: “Amava talmente tanto il figlio, da portarselo con lui”. La donna ha spiegato che padre e figlio facevano praticamente tutto insieme: dalle vacanze, ai giri in moto o in bicicletta. Tuttavia – ha specificato – dopo la separazione da Iris, Claudio non era più lo stesso, era precipitato in una brutta depressione e, nonostante andasse da una psicologa, non era ancora riuscito a venirne fuori. Però nemmeno lei sospettava sarebbe arrivato al gesto estremo: “Era stufo della sua vita ma non ha mai manifestato la volontà di farla finita“. E nemmeno lei, come la ex compagna Iris, sapeva che Claudio detenesse illegalmente una pistola. Come già per il piccolo Gioele, nemmeno nel caso di Andrea nessuno ha capito in tempo che i bambini non sarebbero dovuti rimanere da soli con i rispettivi genitori. Perché talvolta anche il troppo amore può uccidere.
Tuttavia dalle ultime scoperte degli investigatori, si potrebbe pensare che ci sia stata premeditazione nel gesto di Claudio. Infatti – spiega La Stampa – gli investigatori nella casa di Rivara i cui è avvenuta la tragedia, in cucina hanno trovato una busta che conteneva 70 proiettili calibro 7,65: proprio come quelli utilizzati per caricare la vecchia Beretta modello 71 con la quale l’uomo ha ucciso prima il figlio 11enne e poi se stesso. Ma non è tutto. Sull’arma utilizzata sembra fosse montato un silenziatore fabbricato artigianalmente volto, probabilmente, a fare in modo che nel cuore della notte nessun vicino di casa potesse udire il botto provocato dai due spari. L’omocidio-suicidio, pertanto, potrebbe non essere stato l’atto estremo di un uomo depresso e disperato ma un gesto studiato da tempo. Secondo gli inquirenti, forse, Claudio stava premeditando tutto già dal 2019, quando si separò dalla mamma di suo figlio.
Samanta Airoldi
Fonte: Fanpage, La Stampa