Emergono nuovi dettagli sul piano europeo per gestire i flussi dei migranti. L’Italia potrebbe vedere non accolte molte delle richieste avanzate.
Non si preannunciano tempi facili per l’Italia. E’ pur vero che qualche giorno fa la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha dichiarato l’intenzione di abolire il Trattato di Dublino sottoscritto dall’allora Ministro dell’Interno Roberto Maroni durante il Governo di Silvio Berlusconi e riconfermato poi nel 2013 dal Governo a di Enrico Letta. Tuttavia – spiega il Corriere della Sera – il nuovo sistema europeo per la gestione dell’immigrazione sembra non includere i ricollocamenti obbligatori che l’Italia chiede da tempo. Il Trattato di Dublino – ricordiamo – prevede che a farsi carico dei migranti siano i Paesi di primo approdo. Il nuovo patto Ue indica che i tempi non sono ancora maturi per una “piena solidarietà” che implichi la condivisione del problema. Da quanto emerge è probabile che la nuova riforma preannunciata da Ursula von der Leyen preveda solo un sostegno economico ai Paesi in cui i migranti sbarcano e che, comunque, dovranno continuare a farsi carico delle richieste di asilo e dell’accoglienza.
I costi di gestione del richiedente asilo e i costi per il suo eventuale rimpatrio qualora la domanda non trovase accogliemento, saranno sostenuti da un Paese Ue diverso da quello in cui il migrante è sbarcato; tuttavia quest’altro Paese, pur facendosi carico dei costi di gestione, non sarà obbligato ad accogliere il migrante sul suo territorio. Il migrante, dunque, continuerà a restare nello Stato in cui è sbarcato. La riforma prevista dall’Europa per sostituire l’Accordo di Dublino prevede una stretta sulle migrazioni economiche: molti degli immigrati che sbarcano in Italia, infatti, arrivano illegalmente e non hanno diritto di asilo. Anche in questo caso la nuova riforma dell’Ue – secondo quanto preannunciato – prevede un meccanismo di rimpatri europei.
Il 23 settembre verrà presentata la cornice della riforma che sarà seguita da 5 regolamenti normativi. Il tutto proseguirà con una – lunga – trattativa con il Consiglio per trovare un’accordo sulla “solidarietà obbligatoria” contro cui si sono già espressi sette Paesi. A giugno, infatti, i Paesi di Visegrad più Slovenia, Estonia e Lettonia avevano già comunicato a Bruxellex il loro fermo rifiuto per i ricollocamenti obbligatori. Nel frattempo – riferisce Agenzia Nova – il Viminale rende noto che stanno procedendo i ricollocamenti previsti dall’Accordo di Malta, sottoscritto lo scorso ottobre dal Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Il prossimo 24 settembre, 6o migranti partiranno per la Germania mentre l’1 ottobre altri 67 saranno trasferiti in Francia. L’Accordo, tuttavia, per il momento è stato siglato solo da pochi Stati membri e non è vincolante: qualunque Paese firmatario può uscire quando preferisce senza incorrere in sanzioni.
Samanta Airoldi
Fonte: Corriere della Sera, Agenzia Nova
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