Carlo De Benedetti non usa giri di parole e definisce clamorosa l’eventuale sconfitta del Pd in Toscana. Tanto che, secondo lui, costringerebbe Zingaretti a dimettersi.
“Se il Partito Democratico perde la Toscana, secondo me Zingaretti va a casa“. Un parere netto, quello dell’ingegner Carlo De Benedetti che, ospite degli studi di Otto e Mezzo, su La7, non risparmia critiche e accuse a nessuno: dal segretario del Pd al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, passando per il leader di Italia Viva Matteo Renzi e il “suo” candidato alla presidenza della regione Eugenio Giani. “La Toscana“- ha spiegato l’editore del nuovo quotidiano “Domani” – “è governata dal Centrosinistra da più di sessant’anni. Alle ultime elezioni Enrico Rossi è stato eletto con il 68% dei voti“. Secondo De Benedetti, quindi, anche lo stesso Zingaretti sarebbe consapevole di dover rinunciare alla guida del partito di fronte a quella che l’ingegnere definisce una “sconfitta clamorosa”. Una delle principali cause di una eventuale vittoria del Centrodestra, a suo dire, sarebbe da ricercare nella debolezza del candidato proposto agli elettori: “Se si perde è colpa di Renzi”, taglia corto De Benedetti. “Il candidato è un renziano di nessun appeal per i toscani. Ha un modesto appeal nella città di Firenze ma al di fuori del capoluogo, zero. E l’ha voluto Renzi“.
E proprio da queste valutazioni sull’ex Premier, De Benedetti avvia un ragionamento più ampio, che comprende le elezioni regionali in Puglia e la tenuta del Governo Conte bis: “Renzi ha voluto anche Scalfarotto in Puglia, per togliere un po’ di voti a Emiliano. Io non faccio previsioni“, prosegue l’editore, “ma se si perde in Toscana e si perde in Puglia, Lei crede che il Governo resti in carica?“, chiede retoricamente alla padrona di casa Lilly Gruber. Come riporta Il Tempo, De Bendetti conferma il giudizio negativo sull’Esecutivo giallorosso, da lui avversato fin dalla sua formazione, poco più di un anno fa. “Questi” – dice riferendosi al Premier e alla squadra di Governo – “respingono per principio la competenza“. Ne sarebbero prova il trattamento riservato al manager Vittorio Colao durante “quella buffonata degli Stati Generali di Villa Pamphili dove hanno sfilato come direbbe Rino Formica solo nani e ballerine” e le ripetute uscite fuori luogo di Conte su Mario Draghi.
A peggiorare la situazione, infine, la preoccupazione mostrata dall’Europa rispetto ai piani italiani per la gestione del denaro derivante dal Recovery Fund: “Ho informazioni autorevoli a Bruxelles, dove stupiti dalla pochezza delle anticipazioni sul lavoro italiano”, avvisa De Benedetti. “Si aspettano invece piani concreti e dettagliati che contengano uno stato di avanzamento dei lavori da verificare quasi ogni settimana”
Fonte: La7, Il Tempo