Nella maggior parte delle Regioni questa mattina hanno riaperto le scuole. Ma la situazione non è rassicurante.
“Se va avanti così tra una settimana si chiude di nuovo” queste – riporta Fanpage – le parole di una mamma fuori dalla scuola elementare Trilussa di via Graf, a Milano. Nel capoluogo lombardo questa mattina hanno riaperto le scuole elementari, medie primarie e secondarie, ad una settimana di distanza da nidi e materne. E già al primo giorno “post lockdown”la situazione preoccupa: troppi gli assembramenti dei genitori fuori dalle scuole. I rappresentanti dei genitori – spiegano alcuni – avevano invitato a non accompagnare i bambini fino al cancello per evitare la calca. Parole, tuttavia, lasciate cadere nel vuoto. E la preoccupazione è che i contagi di Covid tornino a salire. Ipotesi che gli stessi esperti considerano altamente probabile. E, infatti, qualche mamma già inizia a valutare di non mandare il figlio o la figlia a scuola. Considerando che solo a Milano le scuole – elementari, medie e superiori – sono circa 1200 per un totale di circa 70mila studenti, il rischio è elevato.
Ma i problemi legati alla riapertura delle scuole non si limitan alla sicurezza sanitaria. La campanella è già suonata ma manca l’essenziale: il personale docente. In tutta la Lombardia le cattedre vuote saranno almeno 30mila; 10mila solo tra Milano e la città metropolitana del Milanese. Il sindatcato Flc Cgil ha, infatti, organizzato – già nel primo giorno di riapertura – un presidio di protesta davanti all’ex provveditorato agli studi, per lamentare questa situazione. Ma mancano anche gli spazi adeguati a garantire il distanziamento tra gli alunni. Palazzo Marino sta cercando di far fronte attraverso l’acquisto di prefabbricati in legno che, però, non sono ancora pronti. Nel frattempo ancora almeno il 30% dei bambini e adolescenti milanesi sarà ancora costretto a seguire le lezioni a distanza.
La situazione non è critica soltanto nell’affollatissima Milano. Anche il resto d’Italia riparte a rilento. In tutta Italia – riporta Il Sole24Ore – mancano 60mila insegnanti. E sono ben 170mila gli studenti con disabilità rimasti, per il momento, senza il docente di sostegno. Si prevede che nei prossimi mesi non ne avranno uno fisso ma ne cambieranno diversi il ché, nel caso di alcune disabilità come l’autismo, potrebbe creare disagi enormi per i ragazzi. Tra i docenti che ci sono – o meglio: che dovrebbero esserci – una buona parte sono risultati positivi al virus e, dunque, non potranno ancora prendere servizio finché il tampone non darà esito negativo. Stesso discorso anche per il personale ausiliario e amministrativo.
Si aggiunge il problema mascherine:da un’indagine svolta da Cittadinanzattiva trail 9 e il 10 settembre che ha coinvolto 39 scuole sparse su tutto il territorio nazionale, è emerso che le mascherine, a soli 4 giorni dalla ripartenza delle scuole, non erano arrivate e se erano arrivate, erano, comunque, in quantità insufficiente. Infine mancano anche i banchi monoposto a rotelle, fortemente spinti nei mesi scorsi dal Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina: al momento ne sono stati consegnati circa 200mila ma ne mancano ancora 2,2 milioni. Per questo molti studenti sono costretti a seguire le lezioni senza il banco.
Samanta Airoldi
Fonte: Fanpage, Il Sole24Ore
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