Un rogo di origine dolosa nel campo migranti di Lesbo costituisce ora un pericolo per la sanità locale oltre ad essere un dramma umanitario.
Ai Lesbo – Grecia – il campo migranti di Moira è stato dato alle fiamme nottetempo, scatenando il caos in tutta la zona che ora viene pattugliata costantemente dalla polizia locale, in assetto antisommossa. Le fiamme – riporta l’ Ansa – hanno iniziato a devastare quello che è il ritrovo di migliaia di persone in attesa di una collocazione stabile durante la notte, portando ad un immediata risposta dei vigili del fuoco che sono sopraggiunti sul posto. Il rogo è di origine dolosa ma stavolta non si tratta di un episodio d’ intolleranza razziale, come casi simili verificati in passato. Infatti, ad incendiare alcune strutture del campo migranti di Lesbo sono stati diversi migranti in rivolta – spiega RaiNews – che protestavano contro il lockdown imposto per limitare la diffusione del Coronavirus. Il rogo si è però rapidamente propagato in tutto il campo, mettendo a repentaglio la vita delle oltre 12.500 persone che vivono in quello che risultava essere uno dei più grandi campi per migranti presenti sul territorio greco.
Oltre al dramma umanitario che ha portato migliaia di migranti residenti nel campo di Lesbo a perdere il loro unico rifugio, l’incendio appiccato ha creato un nuovo problema di ordine pubblico per la Grecia: infatti, migliaia di persone sono fuggite per evitare le fiamme: “Nel corso del rogo, migliaia di migranti sono fuggiti per salvarsi e sono irreperibili. Il problema è che alcuni di loro saranno sicuramente positivi al Coronavirus”, spiega il sindaco di Lesbo Stratos Kytelis via radio. La rivolta che ha portato a questo disastro è scoppiata in seguito all’individuazione di un singolo migrante positivo ospitato nel campo, un ragazzo proveniente dalla Somalia. A quel punto, sono scattate le misure di contenimento della pandemia che hanno portato alla rivolta. I Vigili del Fuoco riportano di aver incontrato resistenza da parte di alcuni dei rivoltosi, incuranti di mettere a rischio la vita di tutti le persone ospitate nella struttura oltre che la loro. Solo per puro miracolo non sono stati ancora segnalati ne morti ne feriti gravi.
La struttura è stata resa inservibile dalle fiamme, creando un enorme problema che il governo greco, già impegnato con la crisi, dovrà risolvere urgentemente. Secondo gli attivisti dell’organizzazione Stand By Me Lesvos, la situazione è molto tesa: “Un nuovo incendio ha praticamente raso al suolo il campo migranti Moira di Lesbo: ora, migliaia di persone non hanno un posto dove andare e si prevedono tensioni nell’area”, riporta il profilo Twitter dell’associazione. Il premier ellenico Kyriakos Mitsoakis ha subito indetto una riunione straordinaria per cercare una soluzione rapida al disastro. Nel frattempo, il portavoce del governo Stelios Petsas ha confermato pubblicamente che l’ipotesi di un incendio doloso è fondata. L’emergenza umanitaria nel Mediterraneo continua a riempire la cronaca di eventi drammatici come quest’ultimo caso e nessuno in Europa sembra aver trovato una soluzione che tuteli i paesi membri dell’EU ed i migranti che giungono nel continente dato che la ridistrubizione delle persone che sbarcano ogni giorno – proposta più volte dai paesi – sembra essere stata completamente ignorata da molti stati.
“Just now. A new fire broke out in Moria and more people leave the camp. It does not stop and we fear this night will be very tense while thousands have no shelter” – #Moria Corona Awareness Team https://t.co/I5Zrr4gUYK
— Stand by Me Lesvos (@standbymelesvos) September 9, 2020
Fonte: Ansa, RaiNews, Stand By Me Lesvos Twitter