Il Coronavirus portato dagli omosessuali. E ora si scopre che il patriarca è contagiato

E’ risultato positivo al Covid anche Mychajlo Antonovyč Denysenko il patriarca ortodosso Filaret che, nei mesi scorsi, aveva accusato gli omosessuali di essere la causa della pandemia.

 

Il Coronavirus non sta risparmiando davvero nessuno. A risultare positivo ora – riferisce Fanpage – anche il patriarca ortodosso della chiesa ucraina di Filaret. Il religioso ha 91 anni ma nonostante l’età molto avanzata non ha contratto il virus in forma grave ed è ricoverato in condizioni stabili e “soddisfacenti” da quanto dichiarato dalla chiesa di Filaret ai media. A marzo – nel pieno dell’emergenza sanitaria legata al Covid – il patriarca dichiarò ad un’emittente televisiva dell’Ucraina che la causa della pandemia che stava provocando milioni di morti in tutto il mondo erano i matrimoni tra le persone dello stesso sesso: “Il virus è la punizione di Dio per i matrimoni gay, una punizione per i peccati degli uomini”.

Suddette affermazioni, pronunciate pubblicamente in televisione, suscitarono l’immediata reazione della portavoce ucraina di Amnesty Internationale, Maria Guryeva, preoccupata che le parole dell’uomo di Chiesa avrebbero potuto scatenare violenze e attacchi di vario genere contro gli omosessuali: “Tali dichiarazioni sono molto dannose. Potrebbero portare ad un aumento di aggressioni ma anche a far accettare discriminazioni e violenze”. Il gruppo ucraino per i diritti Lgbt – lesbiche, gay, bisessuali, transessuali – riferisce la Repubblica -fece addirittura causa al patriarca con l’obiettivo sia di ottenere le sue scuse sia di ottenere una rettifica da parte della televisione che aveva mandato in onda le sua affermazioni contro la comunità omosessuale: “Non c’è più posto per questo tipo di affermazioni da parte della Chiesa in Ucraina”. Tuttavia la Chiesa ortodossa prese le parti dell’uomo difendendo la sua libertà di espressione e la sua moralità. Ma il patriarca ortodosso non è stato l’unico a puntare il dito contro i gay e a trovare in essi il “capro espiatorio” cui addossare la responsabilità della pandemia di Covid. Anche il pastore americano Rick Wiles e il rabbino israeliano Mei Mazuz, nei mesi scorsi, hanno utilizzato il Coronavirus come alibi per ribadire la loro ferma condanna verso l’omosessualità.

Samanta Airoldi

Fonte: Fanpage, Repubblica

 

Gestione cookie