Secondo il giudice emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese, il taglio dei parlamentari non apporterà alcuna miglioria al Paese.
“Il taglio dei parlamentari non significa nulla di serio per il Parlamento. Serve solo a dare visibilità a forze politiche in crisi”. queste le parole del giudice emerito della corte Costituzionale Sabino Cassese intervistato da Il Sussidiario. In un panorama politico più confuso e meno coeso che mai, quasi tutti i partiti sembrano scissi al loro interno. Da un lato vediamo il segretario della Lega Matteo Salvini schierarsi a favore del “sì” ma lasciare i suoi liberi di decidere; dall’altro vediamo l’ex Premier Matteo Renzi lasciare anche lui libertà di scelta a Italia Viva ma propendere, invece, per il “no”. E il leader del PD Nicola Zingaretti dal canto suo sostiene che chi voterà “no” minerà le basi stesse del Governo mentre il movimento delle Sardine – affine ai Dem fin dalla nascita – scendono in piazza per opporsi al “sì” e salvare, a dir loro, la Costituzione dal populismo grillino. Solo i Cinque Stelle sembrano tirare avanti dritti senza dubbi sul fatto che il Parlamento deve essere snellito per lavorare più efficacemente. Tuttavia , secondo il giudice emerito, il movimento fondato da Beppe Grillo è destinato al declino per la mancanza di capacità all’atto pratico: “Il M5S è partito con grandi promesse ma si è arenato, giorno dopo giorno, nella gestione dimostrando di non saper tradurre nella pratica neanche gli ideali partecipativi”. Cassese prosegue nel suo ragionamento e, per certi aspetti, si avvicina al pensiero di Matteo Renzi: il taglio dei parlamentari è inutile se viene mantenuto il bicameralismo perfetto: “L’inconveniente principale sarà quello di aver modificato la Costituzione senza un obiettivo politico che, in questo caso, avrebbe potuto essere il monocameralismo”.
Puntualizza, tuttavia, che negli anni il Parlamento è stato certamente svuotato d’importanza. E le cause, a suo avviso,ono principalemte due: minore qualità – in termini di cultura e di capacità- dei parlamentari e progressivo accentramento di poteri da parte del Governo. “La causa è anche da ravvisare nella qualità degli eletti: basta vedere il calo del numero dei laureati e del numero di persone con precedenti esperienze politico amministrative. Ma vi sono anche cause più profonde come lo spostamento del potere legislativo nel Governo”. Spostamento a cui ci siamo abituati nel corso di questi mesi di emergenza sanitaria quando ogni decisione, o quasi, è stata rimessa a Palazzo Chigi che ha legiferato attraverso Dpcm, senza la previa approvazione parlamentare. E così continuerà ad essere fino alla fine dello Stato di Emergenza in modo che il premier Giuseppe Conte e il commissario straordinario Domenico Arcuri, in caso di aumenti allarmanti di casi, possano agire più velocemente e bloccare sul nascere nuovi ipotetici focolai.
In un’altra recente intervista rilasciata a Il Dubbio, Sabino Cassese ha spiegato il progressivo svuotarsi del pensiero a favore degli slogan. Slogan che, secondo il giudice della Corte Costituzionale, non possono riempire quel vuoto di politica e progettualità che perdura da tempo: “Oggi c’è un vuoto di partiti e di politica. e questo vuoto è riempito da individui invece che da movimenti collettivi, da slogan invece che da programmi e progetti. da qui una politica che guarda alla punta del proprio naso”.
Samanta Airoldi
Fonte: Il Sussidiario, Il Dubbio
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